Mondo

USA, cresce la rabbia contro Musk: molotov e spari sulle vetrine Tesla

Gli attacchi si vanno ad aggiungere al crollo delle vendite della fabbrica di automobili (ha già bruciato a Wall Street i guadagni post-elettorali, 700 miliardi di dollari)

  • Ieri, 19:40
  • Oggi, 09:08
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Una protesta davanti a una concessionaria Tesla (il cartello invita a non comprare "swasticars" per via del gesto compiuto da Musk, che ricorda il saluto nazi-fascista)

  • AP
Di: ATS/M. Ang. 

Cresce negli Stati Uniti la rabbia contro il miliardario Elon Musk (sostenitore e consigliere stretto del presidente Donald Trump), impiegato in prima persona nei licenziamenti in atto di migliaia di dipendenti pubblici statunitensi, in ossequio alla dottrina in base alla quale tutto ciò che è pubblico sia un male da ridurre ai minimi termini. Al miliardario vengono anche rinfacciate le prese di posizione a favore dei partiti di estrema destra (come Afd in Germania) e il controverso gesto che ricorda il saluto nazi-fascista eseguito in pubblico nell’ambito delle celebrazioni per l’insediamento di Trump alla Casa Bianca

A pagare le conseguenze di questa rivolta contro Musk sono le concessionarie delle auto Tesla (di cui Musk è proprietario) e le stazioni per la ricarica delle auto elettriche. Dall’insediamento di Trump alla Casa Bianca in gennaio, che ha segnato l’ascesa politica di Musk (l’uomo più ricco del mondo), decine di atti violenti sono stati diretti alle strutture Tesla, riporta il quotidiano statunitense The Washington Post.

In marzo alcuni impianti per la ricarica di Tesla sono stati dati alle fiamme in Massachusetts. In Maryland un edificio della società è stato vandalizzato con la scritta No Musk. In febbraio un uomo con in mano un fucile automatico ha aperto il fuoco contro un rivenditore Tesla in Oregon, contro il quale alcune settimane prima era stata lanciata una molotov, causando danni per 500’000 dollari (circa 440’000 franchi al cambio attuale).

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Le vetrine danneggiate di una concessionaria Tesla a Tigard, Oregon (6 marzo 2025)

  • AP/keystone

Proteste contro il negozio Tesla a Milano

Il 7 marzo il negozio Tesla di Milano è stato preso di mira dal movimento ecologista ‘Extinction Rebellion’. Un’invasione pacifica dei locali, dove “alcune persone si sono incatenate alle automobili esposte all’interno della concessionaria - hanno riferito gli attivisti - mentre all’esterno altre si incollavano letteralmente alle vetrine e hanno esposto striscioni con la scritta “ecologia per tutti, no fascismo green”. L’azione è stata fatta, secondo le rivendicazioni “per denunciare l’enorme potere, e l’influenza mediatica e politica, esercitata da Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, con un patrimonio personale di oltre 400 miliardi di dollari”.

Tesla brucia il rally elettorale e manda in fumo 700 miliardi

Incidenti che si vanno ad aggiungere alla difficoltà di Tesla, che ha già bruciato a Wall Street i guadagni post-elettorali e sta assistendo a un calo delle sue vendite. Tesla, infatti, è calata del 48% dal picco raggiunto con l’elezione di Trump, mandando quasi in fumo i 700 miliardi di dollari di guadagni realizzati dopo il voto. Il calo, riporta l’agenzia Bloomberg, è legato al calo delle vendite, soprattutto in Cina e in Europa.

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