Sono finora tre le vittime nell'arcipelago di Tonga in seguito all'eruzione sabato del vulcano sottomarino Hunga-Tonga-Hunga-Ha'apai, che ha provocato uno tsunami. Si tratta di una cittadina britannica e di due abitanti locali. Lo ha comunicato il Governo nella prima dichiarazione ufficiale dopo l'accaduto, che viene definito un "disastro senza precedenti".
L'eruzione ben visibile anche dallo spazio
L'onda anomala ha fatto due vittime anche in Perù, a migliaia di chilometri di distanza, mentre le onde sismiche hanno raggiunto anche la Svizzera in circa 20 minuti. Il Politecnico federale di Zurigo ha registrato movimenti per oltre 12 ore.
Una delle isole fotografata dall'alto da un aereo neozelandese
Due delle isole più piccole e periferiche di Tonga sono state colpite in modo particolarmente grave, fanno sapere le autorità: su Mango tutte le case sono andate distrutte e solo due sono rimaste in piedi su Fonoifua. I danni sono molto ingenti anche su Nomuka. Delle prime due, oltre che di Atata, è stata avviata l'evacuazione. Sull'isola principale di Tongatapu sono una cinquantina le abitazioni spazzate via dalla furia degli elementi.
Il vulcano di Tonga prima e dopo
Gli aiuti finora sono stati ostacolati dalla cenere caduta dal vulcano. C'è in particolare scarsità di acqua non inquinata, tanto che la Croce Rossa ha già annunciato l'invio di riserve. Navi delle flotte militari australiana e neozelandese, distanti qualche giorno di navigazione, si tengono pronte a intervenire. Per l'invio di soccorsi per via aerea è necessario invece ancora ripulire la pista dell'aeroporto.
Le principali strutture della capitale Nuku'alofa
E le prime immagini satellitari diffuse mostrano in modo evidente quanto l'eruzione abbia cambiato il paesaggio dal verde al grigio. Nel luogo dell'eruzione, un vulcano emergeva dall'Oceano, una propaggine del cratere molto più vasto che è esploso sott'acqua, come ha spiegato l'esperta australiana Heather Handley dell'Università di Monash. Ora non rimane quasi più nulla.
Il Paese resta praticamente tagliato fuori dal mondo, vista la rottura del cavo sottomarino che permetteva il collegamento via internet. Fra i pochi mezzi di comunicazione attivi c'è il telefono satellitare del delegato dell'OMS sul posto, Yutaru Setoya, che assicura i contatti fra l'ONU e le autorità del posto. La rete telefonica interna è invece ristabilita.