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"Un regalo in vista del voto"

L'esperto Aaron Miller analizza l'annuncio degli USA del riconoscimento della sovranità di Israele sulle Alture del Golan in Siria

  • 22 marzo 2019, 18:14
  • 22 novembre, 22:39
02:42

Trump sta aiutando Netanyahu?

Aaron Miller al microfono di Emiliano Bos 22.03.2019, 18:13

Di: Emiliano Bos 

"Non c’è dubbio che Trump lo abbia fatto per aiutare Netanyahu in vista del voto. Era già accaduto prima, in occasione di altre elezioni in Israele. Io stesso ho collaborato con amministrazioni sia repubblicane che democratiche a sostenere un candidato-premier gradito alla Casa Bianca. Ma nulla era mai apparso in modo così intenzionale come questa volta". Ad affermarlo è Aaron Miller, vice-presidente del Wilson Center di Washington e già consigliere sul Medio Oriente di diverse amministrazioni americane, intervistato dalla RSI sull'annuncio del presidente statunitense che via Twitter ha fatto sapere che è arrivato il momento di riconoscere la sovranità israeliana sulle alture del Golan, parte del territorio siriano fino all'occupazione nel 1967.

Perché con questa posizione sul Golan Trump starebbe aiutando Netanyahu?

"Perché sta dando a Netanyahu un regalo potenzialmente di grande valore. Molti israeliani ritengono che la restituzione del Golan dopo 8 anni di guerra civile in Siria sia fuori discussione e dunque impossibile. E dal suo punto di vista, il presidente degli Stati Uniti ha motivazioni diverse. La rielezione di Netanyahu sarebbe utile alle politiche dello stesso Trump in vista delle presidenziali del 2020".

E poi quale altro motivo, secondo lei?

"L’altro motivo è il suo ego: Trump vuole essere ricordato come il presidente più "pro-Israele" nella storia delle relazioni tra i due paesi. Probabilmente in Israele Trump è più popolare di Netanyahu. Ma per il primo ministro di Israele sarebbe senz’altro vantaggioso poter dimostrare che è in grado di gestire un presidente americano. Insomma entrambi vogliono dimostrare che Netanyahu è indispensabile alle relazioni tra Stati Uniti e Israele".

E visto da qui, dagli Stati Uniti, perché Netanyahu dovrebbe essere indispensabile o almeno utile?

"Il fatto è che Netanyahu piace a un ampio numero di elettori americani: milioni di cristiani evangelici, che si rispettano la sua visione sul controllo di Gerusalemme, dove è stata trasferita l’ambasciata degli Stati Uniti; milioni di repubblicani conservatori, che ammirano l’approccio “duro” in politica; e poi un buon numero di ebrei americani, certamente non la maggioranza".

Netanyahu ha un’esperienza politica molto più lunga e solida di Trump. Eppure tra i due sembrano esserci delle somiglianze.

"Trump e Netanyahu sono nella stessa barca. Entrambi denunciano le conseguenze di una cospirazione progressista da parte della sinistra, entrambi hanno problemi con i mass-media, Netanyahu è coinvolto in un’inchiesta preliminare…Trump no, certo. È comunque consapevole che sta per essere presentato il rapporto Mueller sulle interferenze russe, anche se non sappiamo cosa ci sarà scritto. Insomma, Trump vede Netanyahu come una specie di partner. In altre parole, sono compagni".

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