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Valichi siriani, ONU nell'impasse

Lunghe trattative non portano a un'intesa sul prolungamento dei corridoi umanitari per la Siria. Dialogo tra sordi su due posti di confine

  • 11 luglio 2020, 17:02
  • Ieri, 18:58
Un autotreno carico di aiuti attraversa il confine tra Turchia e Siria al valico di Bab al-Hawa

Un autotreno carico di aiuti attraversa il confine tra Turchia e Siria al valico di Bab al-Hawa

  • Keystone
Di: TG/EnCa 

Non si è giunti ancora a nessun accordo all’interno del Consiglio di sicurezza dell’ONU anche dopo cinque votazioni negli ultimi quattro giorni sulle proposte occidentali di prolungare i corridoi umanitari per la Siria. Russia e Cina, infatti, si sono opposte fermamente, bocciando ogni alternativa.

Questi corridoi autorizzati dalle Nazioni Unite dal 2014 permettono di portare cibo e altri mezzi di sussistenza. Sono rimasti attualmente due i punti d’accesso, entrambi lungo la frontiera turco-siriana, attraverso i quali gli autocarri possono raggiungere le regioni ribelli di Aleppo e Idlib, dove vivono milioni di profughi siriani.

Si tratta di una situazione non più accettabile per Mosca, secondo la quale è violata la sovranità nazionale dell’alleato Bashar al Assad e per questo chiede che almeno uno dei due passaggi sia chiuso. Washington però ritiene imprescindibile il mantenimento di entrambi i passaggi.

Un’ultima speranza d’intesa è nelle mani dei rappresentanti di Germania e Belgio, incaricati di gestire il dossier. Sarebbero del resto in corso trattative per giungere a una nuova votazione nel weekend, con lo scopo di mantenere almeno un valico percorribile mentre le organizzazioni umanitarie parlano intanto già di vergogna e di giornata nero per tutti i siriani.

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