Via al processo ai leader UCK

Si apre stamattina (mercoledì) davanti ai giudici del tribunale speciale per il Kosovo, che ha sede all’Aja, il primo processo per presunti crimini di guerra contro i leader dell’UCK, l’autoproclamato esercito di liberazione albanese che fu fondamentale nel portare all’indipendenza l’ex provincia serba. Un processo che è in parte frutto anche del rapporto che l'ex consigliere agli stati Dick Marty fece nella provincia per il Consiglio d'Europa.

Il tribunale speciale non avrà però vita facile: la scorsa settimana la sua presidente, la giudice Ekaterina Trendafilova, è stata infatti contestata a Pristina da giovani che hanno interrotto una sua conferenza accusandola di guidare una corte anti albanese.

Gli imputati sono tutti albanesi, ex comandanti dell’UCK, mentre le vittime sono quasi tutte serbe. Agli occhi di molti in Kosovo, che dopo 20 anni ancora fatica per farsi riconoscere come uno Stato indipendente, è proprio questo è il peccato originale della corte.

Il primo imputato a comparire oggi sarà Salih Mustafà, accusato di omicidio, tortura, trattamenti crudeli e detenzioni arbitrarie quando comandava il campo di prigionia di Zllash. Nel carcere dell’ONU a Scheveningen attendono però anche nomi importanti, come l’ex presidente Hashim Thaci.

Creata nel 2015 dal parlamento kosovaro con grande difficoltà, tecnicamente la corte non è un tribunale internazionale, bensì parte della magistratura del paese, ma con giudici internazionali e sede all’estero. Un tentativo di renderla più accettabile che però per ora non sembra riuscito. Oltre che per i tempi lunghi (sei anni per istruire il primo processo) il tribunale ha fatto parlare di sé anche per le fughe di notizie che hanno bruciato i nomi di alcuni testimoni chiave.