Un 38enne è risultato positivo al test del coronavirus ed è stato ricoverato in terapia intensiva all'ospedale di Codogno, nel Lodigiano. Si tratta del primo caso di contagio in Lombardia.
L'uomo - sposato e senza figli - lavora all'Unilever di Casalpustelengo e vive vicino a Codogno. Si era presentato al pronto soccorso dell'ospedale del Lodigiano giovedì. Ora è grave, sottoposto alla terapia intensiva in prognosi riservata con insufficienza respiratoria.
Dalle prime informazioni riportate dalla stampa italiana risulta che il paziente a fine gennaio abbia cenato con un manager tornato dalla Cina, ma non è ancora detto che sia stato quello il momento del contagio. Il manager, che lavora per una società di Fiorenzuola, è stato ricoverato in isolamento al Sacco. I risultati del test sono attesi per oggi (venerdì). Anche la moglie - che è incinta - è ricoverata in isolamento al Sacco.
Familiari, medici e infermieri: 70 persone in quarantena
Le autorità sanitarie stanno ricostruendo gli spostamenti del 38enne e stanno mettendo in quarantena tutte le persone entrate in contatto o che si sono avvicinate a meno di 2 metri da lui; circa 70 persone tra familiari, medici ed infermieri. Il pronto soccorso dell'ospedale di Codogno è stato chiuso in via precauzionale.
"Le persone che sono state a contatto con il paziente - ha detto l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera - sono in fase di individuazione e sottoposte a controlli specifici e alle misure necessarie".
L'appello dell'immunologo Roberto Burioni
"Le ultime notizie mi portano a ripetere per l'ennesima volta l'unica cosa importante. Chi torna dalla Cina deve stare in quarantena. Senza eccezioni". Lo ha scritto su Facebook l'immunologo Roberto Burioni commentando anche il caso del 38enne ricoverato a Milano. "Spero che i politici lo capiscano perché le conseguenze di un errore sarebbero irreparabili" ha aggiunto.
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