Parli di mare e pensi ai migranti. Eppure, da sempre, il mare è la casa dei delfini, dei tonni, delle tartarughe. Noi, oggi, vorremmo parlare di questo mare, anch'esso in pericolo come molti dei suoi abitanti storici, le tartarughe marine. Loro, ormai, sono a rischio estinzione.
Prendiamo la specie più comune, la "Caretta caretta". L'Adriatico è il mare che predilige. È il mare ideale perché le sue acque poco profonde sono ricche di cibo e poi è qui che questa tartaruga ama svernare. L'Adriatico, però, è anche un mare pericoloso. Ogni anno sono migliaia le tartarughe che restano impigliate nelle reti della pesca a strascico. Se non annegano, vengono ributtate in acqua dai pescatori che non sanno riconoscere se sono in fin di vita. Oltre alle reti e alla plastica ci sono poi anche le eliche delle barche a costituire, per le tartarughe, un grave problema.
C'è però chi, come la Fondazione Cetacea onlus (nata nel 1988 a Riccione) si occupa di cetacei, tartarughe marine, squali e delfini. Attraverso le attività di studio e ricerca la Fondazione, presieduta da Sauro Pari, ha potuto monitorare negli anni la situazione dell’Adriatico ed ha dato vita alla struttura di recupero delle tartarughe marine. Qui lavorano tre dipendenti, due veterinari e da qui passano decine di volontari. Qui sono stati curati e rimessi in mare oltre 400 esemplari. L'utimo è stato Roberto. Quel giorno, a Riccione, c'era anche la nostra collaboratrice.
Storia di Roberto tornato a nuotare - di Eva Pedrelli
RSI Info 27.08.2015, 19:46
m.c.