Natura e Animali

L’iguana blu delle Isole Cayman

Ai Caraibi vive uno splendido animale che ha evitato l’estinzione per un soffio grazie a un importante progetto di conservazione

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  • iStock/Flavio Vallenari
Di: Christian Bernasconi/red. giardino di Albert  

Nel mondo animale, il blu è uno dei colori meno frequenti. Tra le specie che portano questa elegante colorazione troviamo anche l’iguana blu (Cyclura lewisi). All’inizio del terzo Millennio, l’iguana blu era ancora considerata uno dei rettili più minacciati al mondo. Endemica delle splendide Isole Cayman, territorio britannico situato nel Mar dei Caraibi, nel 2001 se ne contavano meno di 30 esemplari, tanto che l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) la classificò in pericolo di estinzione

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Meglio cardi che mais

Serotonina 15.01.2025, 09:00

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Fino all’arrivo dei primi coloni nel 1500, questa specie era l’animale terrestre più grande che viveva a Grand Cayman, la più grande delle Isole. Lunga fino a un metro e mezzo, con un peso che nei maschi può a volte superare i 10 chili, abitava principalmente le splendide coste dell’isola, che si tuffano nel mare turchese dei Caraibi. La situazione iniziò a complicarsi a causa dei nuovi predatori sbarcati con i conquistatori e della distruzione dell’habitat. All’inizio sono stati i cani e i gatti a decimare le iguane. In seguito, con le navi sono arrivati anche i ratti, che delle iguane mangiano le uova. La situazione si aggravò ulteriormente quando iniziò la trasformazione delle terre vergini di Grand Cayman per far spazio a terreni coltivati, strade e abitazioni. I nuovi spazi abitativi e i complessi turistici che hanno invaso le coste e le aree interne negli ultimi decenni hanno sottratto ulteriori aree alle iguane.

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  • IMAGO/Depositphotos

Come se non bastasse, l’iguana blu è anche ricercata - purtroppo – come animale da compagnia dai turisti. E infine, è arrivata una nuova minaccia: l’iguana verde (Iguana iguana). Un’altra specie di iguana importata da altre regioni e diventata invasiva alle Cayman: oltre a competere per il cibo e gli spazi con l’iguana blu, rischia di confondere la popolazione che non sempre fa distinzione tra le due specie e fatica a comprendere i motivi degli sforzi di protezione messi in atto per salvare quella endemica.

Per salvare l’iguana blu dall’estinzione è nato il Blue Iguana Recovery Programme. Fondato nel 2002 da Frederic J. Burton e dal National Trust for the Cayman Islands, con la collaborazione di molti altri enti e istituzioni, il progetto aveva l’ambizioso obiettivo di ripristinare una popolazione di almeno 1’000 iguane. Una strategia di conservazione ben precisa, ma onerosa, che prevede l’allevamento in cattività, regolari monitoraggi in natura e anche il controllo delle specie aliene, per non vanificare gli sforzi di ripopolamento.

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Sulla pelle squamosa e grinzosa si possono osservare i molti colori del Mar dei Caraibi: dal verde oliva con punte di azzurro delle femmine, al blu ceruleo dei maschi adulti che può diventare anche un brillante turchese, indossato per marcare il territorio, in presenza di rivali.

  • IMAGO/Wirestock

Inizialmente si son fatte riprodurre in allevamenti controllati quelle poche iguane blu rimaste. Ogni femmina – a seconda dell’età e della taglia – può deporre fino a 20 uova. I nuovi nati sono accuditi in sicurezza per due anni, cioè fino a quando non raggiungono dimensioni sufficienti per difendersi dai predatori. A quel punto sono rilasciati in due aree protette di Grand Cayman, dove continuano la loro vita in libertà che può durare anche più di 50 anni. Grazie a questi sforzi, l’IUCN ha rivisto la classificazione della specie nel 2012 e da allora è considerata solo (si fa per dire) minacciata.

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Un progetto di conservazione reale

  • Reuters

Nel 2018 è stata rilasciata l’iguana numero 1’000 e dal 2019 è iniziata una nuova fase del progetto: dopo gli sforzi per ripristinare la popolazione, si è entrati nella fase operativa per garantirne la conservazione a lungo termine e il progetto è stato ribattezzato Blue Iguana Conservation Programme. Il lavoro quindi prosegue, sulla spinta dei segnali incoraggianti e dei risultati ottenuti finora. La specie non è considerata fuori pericolo perché sviluppo urbano, traffico, cani, gatti, ratti e specie invasive rappresentano ancora oggi un fattore di rischio. Gli sforzi mirano ora ad un maggiore coinvolgimento della popolazione locale e a far conoscere il progetto su larga scala. Per questo motivo, l’8 maggio 2021 si è tenuta la prima giornata internazionale dell’iguana blu e qualche anno fa questi splendidi animali hanno ricevuto pure la visita di re Carlo III d’Inghilterra.

Simbolicamente, il blu è sinonimo di fiducia, armonia ed è spesso associato alla pazienza. Difficile dire che ruolo abbia giocato in questo caso, ma salvare l’iguana blu con un progetto di conservazione di questa portata è certamente un’opera di grande pazienza, che contribuisce a riportare un po’ di armonia nel rapporto tra noi esseri umani e la Natura.

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