Passeggiando tra i boschi delle colline bolognesi nessuno si aspetterebbe di avvistare un leone, uno scimpanzé o un drago barbuto. Eppure, a Monte Adone, a soli 20 minuti dalle Due Torri, può succedere. Qui, da più di 25 anni esiste il Centro di Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica.
“Mio marito Rudi ed io eravamo volontari all’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) quando alla fine degli anni ’80, l’interesse per la salvaguardia degli animali è cominciato a crescere. Abbiamo deciso di prendere questa casa in campagna con qualche ettaro per farne un centro di accoglienza delle specie selvatiche locali. Di caprioli che finivano impigliati nelle recinzioni o ricci sotto le auto ce n’erano sempre tanti. Ma fu per caso che arrivarono i primi leoncini ed erano quelli abbandonati dai fotografi da spiaggia della riviera romagnola”, racconta Mirca Negrini, che ha fondato il Centro. In poco tempo, la famiglia Berti si è fatta una reputazione e ha avuto la collaborazione di veterinari e volontari. Hanno tutti imparato a gestire anche la fauna esotica per necessità, seguendo gli insegnamenti di chi, anche all’estero, già se ne occupava.
Una giornata al Monte Adone - di Eva Pedrelli
RSI Info 23.10.2015, 13:00
“Il parco zoologico di Thoiry accolse i primi leoni che noi non potevamo tenere qui, e dai loro operatori abbiamo imparato tanto. Poi gli animali originari di altri paesi - abbandonati o che venivano sequestrati ai circhi - aumentavano e non riuscivamo più a collocarli in altre strutture. Abbiamo dovuto rimboccarci le maniche, costruire le prime gabbie e creare una struttura seria”, prosegue Mirca. Così, nel 1993 il Centro è diventato un punto di riferimento per i cittadini - che possono chiamare ad ogni ora del giorno e della notte per segnalare animali in difficoltà o feriti dai cacciatori - e per gli Enti Pubblici, la Polizia e i Vigili del Fuoco. Il Centro ha un’unità mobile di emergenza, un fucile narcotizzante e l’attrezzatura da cattura per gli interventi veloci. Gli animali vengono sottoposti alle cure riabilitative e reinseriti in natura, quando è possibile. Qui arrivano anche gli esemplari di fauna esotica, sequestrati dal Corpo Forestale dello Stato per commercio, detenzione illecita o maltrattamento.
Oggi, oltre al personale fisso, ci sono nove volontari che quotidianamente si dedicano a tigri e scimmie, ma anche a ghiri minuscoli, pappagalli di ogni specie, falchetti, pipistrelli, oche e asinelli.
Eva Pedrelli