“Non esiste una scuola specifica né un unico e particolare studio che formi professionalmente l’astronauta”. Inizia con queste parole la pagina del sito orientamento.ch dedicata alla formazione di astronauta. Di certo la professione sembra essere ambita.
Il percorso formativo dello svizzero Marco Sieber e altri quattro suoi colleghi, che lunedì 22 aprile hanno ricevuto il diploma presso il Centro europeo addestramento astronauti dell’European Space Agency (ESA) a Colonia (Germania), è infatti cominciato con una prima selezione alla quale hanno partecipato 22’500 candidati provenienti dai 22 Stati membri dell’ESA. Ne sono stati scelti 17.
Tutti hanno conseguito studi universitari nell’ambito della fisica, astrofisica, medicina o ingegneria con un master e spesso un dottorato di specializzazione. Il perché di queste formazioni universitarie molto impegnative ce lo spiega il finora unico astronauta svizzero Claude Nicollier in una masterclass che abbiamo trovato su Youtube: “Il ruolo degli astronauti è sostituire gli scienziati, che restano sulla terra, ma anche fare lavori di manutenzione. Nella stazione spaziale internazionale se c’è un problema alle tubazioni non si può chiamare un idraulico”.
Bisogna saperci fare, insomma, avere una buona condizione fisica e delle ottime competenze relazionali perché, come afferma Nicollier “bisogna essere capaci di lavorare in squadra sia come leader o capo sia come follower ovvero membro della squadra”.
La formazione a Colonia
Il Centro europeo addestramento astronauti dell’European Space Agency (ESA) a Colonia (Germania)
Giri in centrifuga per simulare le elevate accelerazioni durante i lanci dei razzi e voli a gravità zero offrono agli aspiranti eredi di Yuri Gagarin un assaggio delle sfide che li attendono al termine dei 12 mesi di formazione di base a Colonia. A questo si abbina un’immersione a 360° nella biologia fondamentale, nelle tecniche scientifiche di laboratorio e nella formazione medica, che è una componente essenziale dell’istruzione. Completano il menu insegnamenti sui sistemi dei veicoli spaziali, sull’ingegneria di volo, sulla robotica e sui sistemi di supporto vitale.
Uno dei momenti salienti dell’addestramento, scrive l’ESA in un articolo pubblicato sul suo sito, è sicuramente la simulazione di una passeggiata spaziale nella Neutral Buoyancy Facility dell’ESA e nel Neutral Buoyancy Laboratory della NASA : in pratica un “laboratorio di galleggiabilità”. Qui, i candidati imparano ad avventurarsi al di fuori di una navicella indossando tute adeguate, per eseguire riparazioni critiche e installare nuove attrezzature sulla Stazione Spaziale Internazionale.
L’addestramento prevede infine anche una formazione sulla sopravvivenza in acqua, in condizioni atmosferiche invernali e nella lotta agli incendi. Tutti i partecipanti al corso sperimentano anche gli effetti dell’ipossia in prima persona, scrive l’ESA, in una apposita camera di pressione. Questo consente loro di riconoscere i sintomi e di reagire di conseguenza in un ambiente a bassa ossigenazione in caso di perdita d’aria o di riduzione della pressione nel veicolo spaziale.
Marco Sieber
Aspettando la prima missione
Tra il 2026 e il 2030 tutti e cinque i nuovi astronauti europei saranno assegnati alle missioni sulla Stazione Spaziale Internazionale. Prima prenderanno parte a compiti operativi all’interno dell’ESA .Inoltre, si sottoporranno a sessioni di aggiornamento, manterranno la forma fisica, parteciperanno alle attività di pubbliche relazioni per contribuire all’educazione e alla sensibilizzazione.
Notiziario
Notiziario 22.04.2024, 22:00
Contenuto audio
Marco Sieber, nuovo astronauta svizzero
Telegiornale 23.11.2022, 20:00