“Espresso” è un nuovo strumento per scoprire pianeti extrasolari, messo a punto da un consorzio diretto dall’Osservatorio di Ginevra e dall'Università di Berna. Il suo nome è l’acronimo di "Spettrografo con tecnologia echelle per osservazioni di esopianeti rocciosi e spettroscopia ad alta precisione", e l’Ateneo annuncia mercoledì che ha già realizzato con successo le prime esplorazioni.
Lo spettrografo è stato installato sul “Very large telescope” (VLT) dell’Osservatorio europeo australe (ESO) nel Cile settentrionale. Combinando la luce dei quattro telescopi che compongono il VLT raggiungerà un potere di raccolta equivalente ad un telescopio da 16 metri di diametro.
"Espresso" va a caccia di pianeti extrasolari
Il salto in avanti promesso nella ricerca spaziale è enorme: Espresso è in grado infatti di raggiungere una precisione nella misurazione delle velocità di appena pochi centimetri al secondo, mentre lo spettrografo di generazione precedente, denominato HARPS si limitano ad un metro al secondo.
ATS/Bleff