Gli sfuggenti pianeti solitari, che vagano nello spazio senza avere una stella come "casa", finiranno presto nel mirino di Kepler, tornato a nuova vita dopo i malfunzionamenti che ne avevano parzialmente compromesso le prestazioni.
A partire dal 14 aprile il telescopio spaziale della NASA inizierà la ricerca di pianeti sperimentando una tecnica nuova, detta di microlensing gravitazionale. Un metodo che punta a rilevare le "distorsioni"della luce provenienti da stelle lontane quando un pianeta si trova a passare tra l'osservatore (Kepler) e la stella, creando una sorta di 'lampo" di luce.
La caccia con il nuovo metodo andrà avanti per 75 giorni, supportata anche da una schiera di oltre 20 telescopi terrestri, e punta a scoprire un centinaio di nuovi mondi alieni, poco più di uno al giorno.
L'innovativo metodo di osservazione sfrutta un fenomeno ottico previsto dalla teoria della relatività di Einstein, che servirà allo sviluppo di un futuro "cacciatore" di pianeti molto più potente. Lo scopo dell'esperimento, infatti, sarà anche quello di testare questo particolare metodo che verrebbe adottato dal futuro "cacciatore" di pianeti WFIRST (Wide-Field Infrared Survey Telescope), che la NASA vorrebbe lanciare nel 2020.
ATS/M.Ang.