Il nome del progetto è Apiboom, un nome che, da solo, la dice lunga. Apiboom è, sostanzialmente, un approfondimento di ricerche internazionali sulla possibilità di addestrare le api da miele a trovare gli esplosivi. E’ stato finanziato dal Ministero delle politiche agricole italiano e portato avanti dal Crea di Bologna, l'ente di riferimento italiano per la ricerca in apicoltura e bachicoltura.
Qui, un team di ricercatori, tra cui Bettina Maccagnani e Claudio Porrini, hanno passato giornate a fare annusare alle api le sostanze fornite dal RIS (Reparti investigazioni scientifiche) di Parma, come: Tnt in scaglie, piccoli cristalli di RDX ed esplosivo al plastico. I ricercatori hanno messo a punto un sistema di addestramento con metodo pavloviano della ricompensa, molto veloce: nel giro di un paio d’ore, infatti, ogni ape è in grado di riconoscere la sostanza target ed estendere la ligula nel momento in cui la percepisce.
Le api vengono impiegate da anni in questo settore. In Inghilterra, negli Stati Uniti e in Cina sono stati sviluppati dei piccoli aspirapolvere in cui le api vengono inserite in batterie. L’aria entra e, se contiene tracce di esplosivo, le api alzano la proboscide che tocca un raggio ad infrarossi, inviando, così, un segnale ad un computer. In questi sistemi, però, le api sono bloccate. Imprigionate. Quello che i ricercatori di Bologna hanno voluto sviluppare, invece, è il prototipo di un device con lo stesso funzionamento, ma in cui le api possano essere libere e non costrette.
I finanziamenti sono finiti e tutto è rimasto, per ora, in stallo. Per quello che riguarda l’avanzamento della ricerca negli altri paesi, sembra difficile riuscire a trovare informazioni. Claudio Porrini racconta che “da qualche anno, anche su internet si fatica a trovare aggiornamenti. Le ricerche sono coperte da segreto militare”. Da notare che quello delle api non è un sistema che andrebbe a sostituire i nasi dei cani o i metodi tecnologici già in uso, ma potrebbe integrarli. Inoltre il veloce addestramento di un’ape ha costi ridotti ed un’attendibilità di oltre 90%.
Eva Pedrelli