Scienza e Tecnologia

Oltre 300 corpi ibernati

Aspettano che la scienza faccia progressi - La tecnica della criopreservazione è costosa e per ora senza garanzie

  • 18 novembre 2016, 19:09
  • 8 giugno 2023, 01:19
I contenitori

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  • Alcor FB

Nel mondo sono 337 le persone che hanno optato per l'ibernazione. Il conteggio, oggi tornato di attualità dopo il caso di una 14enne britannica (leggi il nostro articolo), è fornito dai siti delle società maggiori, una russa e due statunitensi, che offrono questo servizio.

Ai pazienti (ci sono anche animali) già riposti nei silos, che attendono progressi del mondo scientifico, si aggiungono oltre 2'000 persone che hanno stipulato un contratto con Alcor, Cryonics o KrioRus (la lista dei nomi, in cui è presente anche uno svizzero). La tecnica prevede la possibilità di criopreservare sia il corpo intero sia solo il cervello: i costi possono raggiungere i 180'000 franchi per il primo e gli 80'000 per il secondo.

La procedura inizia appena il cuore smette di battere e prima che sia dichiarata la morte cerebrale. Prima di portare il corpo a -196 gradi (la temperatura dell’azoto liquido), il sangue viene sostituito da una sostanza che protegge dalla principale controindicazione della tecnica, il congelamento dell'acqua nelle cellule. Al momento, precisano i siti delle compagnie, le tecniche non permettono di riportare in vita i corpi crioconservati.

ANSA/AlesS

Il fenomeno della criopreservazione e il business che ha generato hanno successo perché offrono delle risposte a una domanda che è quasi connaturata all'essere umano. A rilevarlo è Markus Krienke, professore alla facoltà di teologia di Lugano che spesso si occupa anche di questioni legate all'etica. “C’è sempre stato il desiderio dell’uomo di, in qualche modo, perfezionarsi, di conservarsi – spiega alla RSI -. Oggi questo desiderio rientra in uno strettissimo rapporto con le nostre possibilità tecniche che, evidentemente, potenziano le nostre possibilità di realizzarlo. Il fenomeno stesso suscita in noi la nostra domanda più profonda: quale è il nostro rapporto con la nostra morte, quale è il valore per noi della limitatezza della nostra vita? Non bisogna stupirsi che l'uomo vuole avvalersi delle possibilità tecniche, ma bisogna introdurre una riflessione sul rapporto della persone al proprio corpo".

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