La tecnologia mRNA potrà essere applicata nell’oncologia. È di poche settimane fa la notizia che questi vaccini di ultima generazione, oltre a funzionare contro le infezioni come il Covid, si stanno affermando anche nella lotta ai tumori. Per capire come, la giornata internazionale dell’immunologia, che si tiene proprio oggi (sabato), il Telegiornale della RSI si è rivolto a Davide Robbiani, direttore dell’Istituto di Ricerca in Biomedicina di Bellinzona (IRB).
“Si parte da una biopsia del tumore - spiega Robbiani - e si estraggono dal tumore quelle che sono le mutazioni, gli errori all’interno della cellula tumorale. Poi si usa questa informazione tramite il vaccino per istruire il sistema immunitario a riconoscere e distinguere le cellule tumorali da quelle sane. Una volta riconosciute il sistema immunitario può fare il suo lavoro e attaccarle e distruggerle”.
La notizia dei vaccini mRNA contro i tumori è stata data solo poche settimane fa da Moderna, ma gli studi vanno avanti da molto tempo.
“La tecnologia – precisa l'esperto - non viene dal nulla, si basa su decenni di ricerca di base che poco a poco hanno portato a un progresso che solo ora sta cominciando a portare i suoi frutti a beneficio dei pazienti”. Un orizzonte temporale però è difficile da stabilire, gli studi sono ancora in corso. Il vaccino non si applica a tutti i tipi di tumori, ma la ricerca avanza veloce".
“Si può essere ottimisti – conclude Robbiani - e considerare che queste nuove tecnologie a base di mRNA stiano aprendo un nuovo capitolo nella lotta contro i tumori perché abbiamo ora a disposizione un’altra arma molto potente da combinare con le altre armi nell’arsenale dell’oncologo”.