Scienza e Tecnologia

Uno spazio da proteggere

Il nostro satellite è sempre più frequentato e conteso. Come conservare il patrimonio lunare e limitare l’inquinamento spaziale?

  • Oggi, 13:03
  • 2 ore fa
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  • Imago/piemags
Di: Alice Savoldelli/red. giardino di Albert  
Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?

Giacomo Leopardi - Canto notturno di un pastore errante dell’Asia

Leopardi ci offre solo uno dei tanti esempi di come la Luna sia da secoli al centro di un immaginario culturale che va dalla poesia, alla musica, fino al cinema, perché capace di suscitare stupore ed emozioni portandoci a riflessioni profonde sulla vita. Ma il nostro satellite è sempre stato oggetto anche di studi scientifici che hanno portato l’uomo, a partire dagli anni ‘50, ad avvicinarsi al suolo lunare, fino a toccarlo con mano. Queste spedizioni hanno lasciato sulla Luna un patrimonio storico e culturale importante. Tuttavia, oggi le spedizioni lunari sono in aumento e potrebbero mettere a rischio questo patrimonio. È per questo che l’organizzazione no profit World Monuments Fund ha deciso di inserire per il 2025 la Luna nell’elenco dei siti da proteggere.

11:54

Una luna da proteggere

Alphaville 22.01.2025, 11:45

  • Keystone

Un pericolo per il patrimonio lunare

Sono più di novanta i siti di atterraggio che segnano la presenza dell’uomo sulla Luna. Si pensi, ad esempio, alla spedizione del 20 luglio 1969 in cui Neil Armstrong fece il “grande passo per l’umanità”. Solo nel sito “Tranquillity Base”, dove atterrò l’Apollo 11, ci sono circa 106 reperti di quella spedizione, tra cui la celebre impronta di Armstrong e il modulo di atterraggio dei tre astronauti, quella che potremmo definire una sorta di archeologia spaziale.

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Impronta di Armstrong lasciata durante il primo atterraggio sulla Luna con l’Apollo 11

  • NASA

La decisione da parte del World Monuments Fund di inserire la Luna fra i monumenti da proteggere arriva in un momento di forte interesse internazionale nei confronti del nostro satellite. Nel 1967 è stato redatto un trattato dalle Nazioni Unite sullo spazio extra-atmosferico, in cui sono stati delineati dei principi per l’esplorazione e l’uso pacifico della Luna. Tuttavia, “servono aggiornamenti”, dice Piero Bianucci, divulgatore scientifico ed esperto di astronomia, “soprattutto oggi che la Luna sta diventando un luogo di contesa”. 

Il 2024, infatti, è stato un anno record in termini di numero di missioni, e molte di queste sono andate a buon fine. Aumentando le spedizioni sul suolo lunare, aumenta anche il rischio di compromettere i siti di atterraggio che segnano un patrimonio culturale. Le Nazioni Unite avevano pensato di rendere i resti delle spedizioni patrimonio dell’umanità, ma “questo non è stato possibile” spiega Piero Bianucci, perché “la Luna è considerata fuori dalla giurisdizione di qualsiasi nazione”. A cercare di promuovere la conservazione di questo importante patrimonio vi è anche l’International Scientific Committee on Aerospace Heritage (ISCoAH), un gruppo di archeologi, gestori del patrimonio, scienziati aerospaziali e ricercatori che cercano di stabilire protezioni e regolamenti internazionali del patrimonio per le future missioni lunari. Oltre alle questioni sulla conservazione del patrimonio, vi è anche un problema legato all’inquinamento del suolo lunare, visibile anche su più larga scala.

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L'astronauta americano Edwin E. Aldrin mentre installa il pacchetto di esperimenti sismici passivi (PSEP)

  • Imago/JTVintage

L’inquinamento nello spazio

Se molte delle tracce umane sulla Luna mostrano le grandi conquiste scientifiche dell’ultimo mezzo secolo, la presenza di Homo sapiens nello spazio non è sempre così positiva e può portare con sé alcune problematiche, prima fra tutte quella dell’inquinamento spaziale. Il 16 gennaio scorso è esplosa la capsula (e cioè la parte superiore) della navicella Starship di Space X durante il settimo test di volo. Questo evento ha bloccato per qualche ora il traffico aereo circostante. I detriti lasciati da quest’esplosione non sono di certo gli unici presenti nell’orbita terrestre. Infatti, ci sono migliaia di satelliti morti e di pezzi di detriti di razzi.

La pulizia dello spazio è un tema che si sta sviluppando negli ultimi anni, perché se nei primi decenni di missioni nello spazio non ci si chiedeva dove potessero finire questi rifiuti, adesso potrebbe diventare un problema, ad esempio nell’ambito dei voli spaziali. Ogni anno vengono eseguite centinaia di manovre anticollisione dai satelliti, inclusa la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) che “è già stata intaccata da piccoli detriti, e questo è sicuramente un grande problema”, afferma Bianucci.

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Interpretazione artistica dei detriti attorno alla Terra. Le dimensioni sono state aumentate per permetterne la visione in immagine

  • ESA

Ci sono però anche notizie più rassicuranti. La volontà è quella di rendere i viaggi spaziali più sicuri, portando inoltre i resti di tutte le prossime missioni in una sorta di “orbita cimitero”, spiega ancora il giornalista. Anche la Svizzera ha il suo ruolo in questa missione: una start-up dell’EPFL, ClearSpace, ha ricevuto un finanziamento dall’ESA per un progetto di pulizia dall’inquinamento spaziale. Nel 2026 il satellite ClearSpace-1 verrà mandato nello spazio e con i suoi quattro giganteschi bracci robotici dovrebbe condurre una pulizia su larga scala, cominciando con il recupero del relitto di Vega, un razzo dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA).

06:39

Netturbini spaziali

giardino di Albert 23.10.2022, 18:00

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