Sono circa 2,3 milioni i malati cronici in Svizzera, dove oggi - domenica - si celebra la giornata del malato, un evento riconosciuto in tutto il Paese dal 1943. Quest’anno si tiene all’insegna del motto “aiuto all’auto-aiuto”, con l’intento di incoraggiare le persone colpite da malattia, infortunio o disabilità – così come i loro familiari – a condividere le proprie esperienze e difficoltà.
“Lo scambio tra pari rappresenta una risorsa straordinaria, in cui la sofferenza individuale può trasformarsi in un’esperienza preziosa per gli altri. Mettere a disposizione ciò che si è imparato lungo un percorso di malattia o cura consente di creare una rete di supporto umano e solidale, capace di offrire non solo conforto, ma anche strumenti concreti per affrontare le sfide quotidiane”, si legge sulla pagina della Associazione Giornate del malato della Svizzera italiana (AGMSI).
Allocuzione di Karin Keller-Sutter per la Giornata del malato 2025
RSI Info 02.03.2025, 12:13
Contenuto audio
L’attenzione, secondo gli organizzatori, va rivolta inoltre tanto alla malattia fisica quanto a quella psichica, un aspetto questo sottolineato anche nell’allocuzione della presidente della Confederazione: “Spesso è difficile ammettere il problema e cercare aiuto. Anche se si sono fatti molti passi in avanti, persistono vecchi pregiudizi”, ha affermato Karin Keller-Sutter, ricordando che “quasi il 20 per cento della popolazione svizzera ha problemi di salute mentale”.
Al giorno d’oggi molti di questo problemi possono essere trattati con successo. “Tuttavia - rileva Keller-Sutter - come per altre malattie, è importante reagire rapidamente e assumersi la responsabilità per sé stessi. Non tutti sono in grado di farlo”. Invitando la gente a restare vigili e ad interessarsi al prossimo, la “ministra” ha sottolineato che “questo è spesso il primo passo per aiutare all’auto-aiuto”.
L’AGMSI va in Valle Maggia
Per l’occasione , l’AGMSI ha deciso di portare la sua vicinanza alla Valle Maggia, colpita dal maltempo dello scorso anno, “non solo per abbracciare chi vive la malattia del corpo, ma anche chi porta ferite nell’anima”. Al Centro le Betulle di Cevio ha incontrato famiglie che si prendono cura dei loro cari, portando un tributo anche a badanti, medici e operatori sanitari vicini a chi soffre.

Il consigliere di Stato Raffaele De Rosa a Cevio
La presidente, Ivana Petraglio, ha sottolineato il valore dell’auto-aiuto, incoraggiando le persone a scoprire le proprie risorse interiori per affrontare la malattia con strumenti concreti. “Ognuno di noi possiede una valigetta di attrezzi interiore: il nostro compito è aiutare chi soffre a riconoscerli e utilizzarli per rendere più sopportabile il cammino”, ha dichiarato. Il consigliere di Stato Raffaele De Rosa ha invece ricordato la forza della comunità: “Nessuno dovrebbe sentirsi solo nel proprio dolore. Siamo una collettività, ed è proprio nella condivisione delle sofferenze che possiamo trasformarle in crescita e speranza.”