Il Consiglio federale sarebbe intenzionato a sgonfiare l’iniziativa “200 franchi bastano! (Iniziativa SSR)“ puntando a una riduzione del canone radiotelevisivo da 335 a 300 franchi all’anno. È quanto rivela il domenicale NZZ am Sonntag, citando due fonti parlamentari indipendenti.
Stando alle anticipazioni il piano del Consiglio federale si concretizzerebbe nei seguenti tre punti: raccomandare la bocciatura dell’iniziativa, ridurre il canone ed esentare la maggior parte delle imprese dal canone Serafe. Pare che in futuro solamente le aziende più grandi (circa il 15-20% di quelle presenti in Svizzera) dovranno pagare la tassa, mentre oggi circa il 25% delle imprese versa contributi.
La SSR: conseguenze negative per programma, struttura decentralizzata dell’azienda e collaboratori
Tale strategia comporterebbe un calo dell’entrate nell’ordine di 150-200 milioni di franchi all’anno. L’alternativa del Consiglio federale all’iniziativa non sarebbe indolore per la Società radio televisiva e “avrebbe conseguenze negative per il programma, per la struttura decentralizzata dell’azienda e per i collaboratori”, ha dichiarato al domenicale il portavoce della SRG SSR Edi Estermann. L’imposta sull’economie domestiche è stata già ridotta del 25% e ulteriori riduzioni del budget influirebbero radicalmente sul servizio.
Se ne saprà di più mercoledì, quando il Consiglio federale si esprimerà per la prima volta sull’iniziativa lanciata da un comitato guidato da esponenti dell’UDC e del quale faceva parte anche l’attuale capo del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC).
Canone radio-tv a 200 franchi: consegnate 130mila firme
SEIDISERA 10.08.2023, 18:24
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Il Sindacato dei mass media contrario
Un eventuale abbassamento del canone radiotelevisivo a 300 franchi indebolirebbe il servizio pubblico senza che ce ne sia bisogno. Lo afferma il Sindacato svizzero dei mass media (SSM) che ha reagito alla probabile volontà del Consiglio federale di ridurre l’ammontare della tassa di ricezione.
“Oltre alle diverse regioni e alle minoranze linguistiche, a risentirne - spiega SSM - sarebbe tutta la popolazione svizzera nonché la coesione sociale del nostro Paese”. Per il sindacato ciò è né più né meno di un “attacco alla democrazia svizzera”.
Il Consiglio federale non si è ancora pronunciato in merito all’iniziativa. Stando a un recente sondaggio, il 61% degli svizzeri approva la proposta di modifica costituzionale. Il 36% è contrario mentre il 3% è indeciso.
La cosiddetta “Iniziativa SSR” segue quella chiamata “No Billag”, che intendeva abolire la tassa di ricezione, e che nel marzo 2018 era stata respinta dal 71,6% dei votanti. Il lancio di “200 franchi bastano!” è stato ideato da UDC, Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) e giovani liberali-radicali.