Falò

Alpi a stelle e strisce

Il colosso statunitense dello sci Vail Resorts si sta espandendo in Svizzera: da Andermatt a Crans-Montana ha promesso investimenti milionari, ma sono molte le domande aperte - Reportage dalle piste

  • 16 febbraio, 13:53
  • 12 settembre, 12:09
22:55

Alpi a stelle e strisce

RSI Info 16.02.2024, 17:00

Di: Mattia Pacella 

Dopo l’acquisizione degli impianti di Andermatt e Crans Montana l’anno scorso, le voci su un possibile acquisto di TéléVerbier da parte del gruppo statunitense Vail Resorts si sono susseguite negli scorsi giorni. Per ora rimangono solo voci, ma il rappresentante di Vail in Svizzera, nonché attuale managing director Andermatt-Sedrun Sport SA, da noi intervistato ha spiegato che l’azienda è da tempo che vuole ampliarsi sulle Alpi. “E da anni che come azienda intendiamo espanderci in Europa”, spiega Mike Goar, “per noi è una strategia a lungo termine. Quindi di tanto in tanto abbiamo esaminato le opportunità. Fortunatamente, è arrivata l’occasione con Andermatt-Sedrun. Ed era una località perfetta per noi.” 

Investimenti milionari

Gli impianti di Andermatt-Sedrun sono stati rilevati dal gruppo Andermatt Swiss Alps dell’imprenditore egiziano Samih Sawiris (che possiede ancora il 40% delle azioni) per 149 milioni di franchi. A novembre scorso Vail Resorts ha comprato l’84% delle azioni di Remontées Mécaniques Crans Montana Aminona SA per 120 milioni. Vail ha comprato anche nelle due località ristoranti sulle piste, scuole da sci e negozi. E intende investire ancora. “Ad Andermatt-Sedrun stiamo investendo 110 milioni di franchi in infrastrutture, impianti di risalita, piste, innevamento, gastronomia e tecnologia. A Crans-Montana prevediamo di spendere circa 30 milioni di franchi nei prossimi 4 o 5 anni.”

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Nel canton Uri è boom di turisti americani

“Certi periodi dell’anno scorso gli alberghi avevano per il 50% americani: è comodo perché gli americani non vengono per due giorni, vengono almeno per una settimana. Gli altri clienti, per esempio svizzeri, vengono anche solo per weekend”, spiega ai microfoni di Falò Alex Renner, presidente degli albergatori. E non spaventa il rischio di un possibile aumento dei prezzi. Negli Stati uniti infatti le giornaliere costano dai 200 ai 300 franchi. “Il mercato in Svizzera è diverso rispetto agli Stati Uniti dove c’è meno concorrenza. Quindi da noi devono essere attrattivi con i prezzi”, spiega ancora Renner. 

Inoltre la strategia del gruppo americano sta tutta nell’Epic pass, un abbonamento da quasi 900 franchi l’anno. Con esso si può accedere a tutti i comprensori associati tra cui Andermatt. E dall’anno prossimo anche a Crans Montana. Qui fanno gola i turisti americani.  “Oggi abbiamo il numero uno al mondo dello sci che arriva con i suoi clienti - Ci spiega Jean-Daniel Clivaz, presidente Crans-Montana Turismo - In tutto il mondo hanno più di 2 milioni di abbonamenti venduti e questo sarà sicuramente qualcosa da sfruttare per la nostra regione.”

Sono molti infatti i turisti americani che abbiamo incontrato per le strade di Andermatt, meta già di sciatori d’Oltre Oceano. Una turista di Detroit ci spiega che in Svizzera è tutto meno costoso rispetto gli Stati Uniti. “Non importa se il biglietto aereo per la Svizzera è più caro rispetto a un volo dal Michigan al Colorado. In Europa - dice - risparmio anche sulle giornaliere che sono molto più convenienti che negli Stati Uniti.”

Rischio di americanizzazione?

Se il turismo festeggia c’è anche chi riflette più in generale sugli impianti di risalita, tipica tradizione a gestione elvetica, in mani straniere. E anche sul rischio di americanizzazione del turismo. “Dipende da cosa si intende per americanizzazione”, precisa Cristophe Clivaz, esperto di turismo e professore Geografia e sostenibilità all’Università di Losanna. “Ciò che va detto è che i comprensori sciistici, spesso, sono la più grande attrazione turistica di una località. Quando arriva un attore straniero che cerca il guadagno tutto può andare bene. Ma se non si ha alcuna conoscenza del tessuto locale, si possono anche generare tensioni, o conflitti per lo sviluppo della destinazione”, spiega Clivaz.  Ci sono però altre questioni aperte secondo lui. “Ad esempio che tipo di clientela desidera Vail? Che politica dei prezzi farà? Aumenteranno oppure no i prezzi degli skipass? Aboliranno gli sconti per i residenti? Oppure i prezzi nei ristoranti delle piste verranno aumentati?”

Al momento salvo adeguamenti di certi prodotti, Goar ci assicura che ad Andermatt-Sedrun non ci sono stati aumenti di sorta nelle giornaliere. Ma perché investire in Europa considerato il rischio dell’impatto del cambiamento climatico, chiediamo? Goar ci risponde così: “Continueremo a investire nella tecnologia. Dobbiamo essere in grado di produrre la quantità di neve che c’è oggi. Consumando pero meno acqua e meno energia”.

Chi è Vail Resort?

Vail Resort è un vero e proprio colosso dello sci. La società con sede in Colorado è quotata in borsa. Ha un fatturato da 3 miliardi di dollari e l’anno scorso anno ha registrato quasi 300 milioni di profitti, a fronte però di oltre 2 miliardi di debiti a lungo periodo. In tutto il mondo gestisce 42 comprensori, la maggior parte negli Stati Uniti dove possiede come Vail, Park City e Beever Creek. I prezzi negli Stati Uniti sono più cari anche perché la concorrenza è minima: con le sue 400 stazioni da sci, rispetto alle oltre 4’000 dell’Europa.

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