Svizzera

Alti e bassi nei dodici mesi con Viola Amherd presidente

Nel bilancio finale spiccano la conclusione delle trattative con l’UE e la Conferenza al Bürgenstock - Tra le note negative alcune prese di posizioni dissonanti con la collegialità governativa

  • 31 dicembre 2024, 12:56
  • 31 dicembre 2024, 13:13
02:36

RG delle 12.30 del 31.12.24, il bilancio di Alan Crameri

RSI Info 31.12.2024, 12:43

  • Keystone
Di: Radiogiornale/Spi 

È l’ultimo giorno della presidenza di Viola Amherd, che dal 1° gennaio passerà il testimone a Karin Keller-Sutter. Per l’occasione Alan Crameri ha tracciato un bilancio dei dodici mesi in cui la vallesana ha rappresentato il Consiglio federale.

Tra gli alti, indica il giornalista RSI, “di certo la conclusione delle trattative con l’Unione Europea poco prima di Natale e la Conferenza sul Bürgenstock per la pace in Ucraina nel mese di giugno. Entrambi i dossier in realtà sono stati portati avanti dal Dipartimento degli affari esteri di Ignazio Cassis, ma da presidente è stata lei a stringere le mani dei protagonisti davanti ai fotografi”.

Punti bassi, secondo Crameri, “la discussione sulla retribuzione della sua collaboratrice personale di lunga data, varie indiscrezioni dal suo Dipartimento, e un clima in Consiglio federale che, da quanto trapela, non è stato ottimale. L’indizio sono le prese di posizioni dissonanti tra Amherd stessa e la responsabile delle finanze Keller-Sutter sul tema del finanziamento dell’esercito. Uno dei pochi compiti di chi presiede la Confederazione sarebbe proprio di impegnarsi per la collegialità tra i vari membri del governo, nonostante le visioni molto diverse visto che appartengono ai tutti i principali partiti”.

C’è chi specula che Viola Amherd eletta nel 2018, possa dare le dimissioni nel 2025. Quanto è verosimile e che eredità lascerebbe? “È possibile e immaginabile - risponde Crameri - perché l’anno presidenziale è passato e perché i grandi progetti del suo Dipartimento sono ben avviati, cioè l’acquisto dei nuovi aerei da combattimento e l’avvicinamento senza aderire alla NATO e agli eserciti europei. Però, coi suoi 62 anni, di cui ‘solo’ 7 nel Consiglio federale, non stupirebbe nemmeno se attendesse ancora un po’ prima di dimettersi”. La sua eredità? “Di certo le foto sul Bürgenstock e con Ursula von der Leyen dell’UE, poi la votazione vinta sull’acquisto degli aerei da combattimento e un riorientamento dell’esercito, che però rimane incompleto o perlomeno privo di una strategia esplicita, che in molti invece chiedono alla luce dell’aggressione russa e del conflitto geopolitico tra Stati Uniti e Cina”.

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