È così entrata nel vivo la missione JUICE dell'Agenzia spaziale europea, che in collaborazione con altri partner internazionali studierà le lune di Giove. Il lancio della sonda dell'ESA è avvenuto nel primo pomeriggio di oggi, venerdì, dalla base di Kourou nella Guyana francese. Destinazione della missione sono i cosiddetti satelliti galileani, ossia le tre lune ghiacciate di Giove, così chiamate proprio perché osservate per la prima volta da Galileo nel 1610.
Ravit Helled collabora con la missione JUICE ed è docente presso il dipartimento di astrofisica e cosmologia dell'ateneo di Zurigo
JUICE, acronimo di Jupiter Icy Moons Explorer, cercherà di comprendere se i satelliti galileiani ospitino forme di vita. E beneficerà di un importante apporto da parte della Svizzera. A prendere parte alla missione è anche Ravit Helled, docente presso il Centro di astrofisica teoretica e cosmologia dell'Università di Zurigo. "Comprendere Giove è importante perché ci dice molto su come si è formato il Sistema Solare e sulla nostra stessa origine. In particolare l'osservazione dei satelliti ghiacciati consentirà di indagare le loro potenziali condizioni di abitabilità", sottolinea la studiosa. "Pensiamo infatti che sotto lo strato ghiacciato ci siano oceani di acqua allo stato liquido, la cui presenza è fondamentale per l'esistenza della vita: sono oceani caldi perché influenzati dalle forze di marea di Giove. Non è detto che lì ci sia vita adesso, ma potremmo scoprire molto sulle condizioni che originano la vita. Capire cosa c'è sotto gli strati ghiacciati sarà anche utile per studiare i numerosi pianeti che abbiamo scoperto al di fuori del Sistema Solare".
Lo studio dei campi gravitazionali, tramite esperimenti radio, per comprendere la struttura interna delle lune galileane: in questo consiste il contributo di Helled nella fase preparatoria dell'operazione. E si tratta di un contributo soprattutto teorico-scientifico per la messa a punto di uno strumento, chiamato 3GM, realizzato materialmente tra Italia e Israele. L'apporto della Svizzera si articola quindi su più livelli. "C'è l'importante contributo dell'Università di Berna, con il lavoro di Peter Wurz e dei colleghi, che hanno sviluppato e costruito tre dispositivi di misurazione", precisa l'esperta: "il pacchetto PEP per indagare la magnetosfera di Giove e dei suoi satelliti e la loro composizione chimica, l'altimetro laser che studierà la topografia e infine c'è uno strumento a onde submillimetriche per lo studio dell'atmosfera".
Nel video qui in basso le spiegazioni dell'ingegnera Martina Föhn, un'altra ricercatrice impegnata nel progetto
La missione JUICE e la partecipazione svizzera: il video di Swissinfo
RSI Info 12.04.2023, 10:32
La missione si focalizzerà su tre satelliti galileani, Europa, Ganimede e Callisto: quelli che potenzialmente custodiscono acqua. Più nel dettaglio, "Ganimede è la luna più grande del sistema solare, dotata anche di intensa attività tettonica. Callisto potrebbe ospitare oceani ed è interessante perché non ha strati differenziati e, soprattutto, è Europa che ci incuriosisce perché è attiva; presenta eruzioni provenienti dagli oceani sotterranei che potrebbero darci informazioni sulla loro composizione".
La sonda dell'ESA non scenderà sui satelliti di Giove, ma raccoglierà dati orbitando intorno al gigante gassoso. Per la prima volta un veicolo spaziale orbiterà così intorno ad una luna, Ganimede, per poi volare vicino agli altri satelliti. Ci vorranno 8 anni per arrivare a destinazione, sempre che tutto proceda per il verso giusto. Quindi, solo nel 2031 inizierà la trasmissione dei dati alla Terra. E Helled sarà pronta ad analizzarli. "L'attività spaziale è così: bisogna essere pazienti e aspettare", osserva la ricercatrice, aggiungendo che "nel frattempo lavoreremo al miglioramento dei nostri modelli d'interpretazione per essere pronti a ricevere i dati".
Un modellino della sonda, che sarà lanciata dalla base di Kourou, nella Guyana francese
JUICE costerà un miliardo di dollari: un investimento che consentirà alle conoscenze umane di progredire per decennii. E la ricompensa, forse, potrebbe essere la scoperta di vita extraterrestre addirittura entro i prossimi 20 anni. "Sarebbe grandioso! Certo, va detto che quando parliamo di vita non intendiamo necessariamente vita intelligente o sviluppata, come quella degli esseri umani o dei delfini. Potrebbero essere solo materiali organici o batteri. Comunque la vita extraterrestre è quello che cerchiamo, e penso che la troveremo. Sarà molto eccitante", conclude l'astrofisica dell'Università di Zurigo.
Manjula Bhatia
Missione europea su Giove
Telegiornale 12.04.2023, 20:00