JUICE è partita; destinazione: Giove. Dopo il rinvio di ieri (giovedì) a causa del maltempo, l’Agenzia spaziale europea (ESA) è riuscita oggi, alle ore 14 e 14 come previsto, a far decollare il razzo che trasporta la sonda che, dopo un viaggio di 8 anni, arriverà in prossimità di Giove e da lì si dirigerà verso le sue lune: Europa, Ganimede e Callisto. Il decollo è avvenuto dalla base di Korou, in Guyana Francese, il principale centro di lancio europeo di missili spaziali.
L’arrivo a destinazione previsto nel 2031
Costi totali per 1,6 miliardi di euro, una distanza di circa 628 milioni di chilometri da coprire in circa 8 anni: sono alcune delle cifre principali che rendono bene l’idea dell’entità della missione faro dell’ESA. Una missione che ha pure lo scopo di ricercare eventuali ambienti abitabili per forme di vita aliene.
La sonda di sei tonnellate è installata, con i pannelli solari ripiegati, nell'ogiva del lanciatore, pronta a separarsi dal razzo dopo 28 minuti dal decollo a un’altitudine di 1'500 chilometri.
"È una delle navicelle più complesse mai inviate nel sistema solare esterno", ha dichiarato il direttore generale dell'ESA Josef Aschbacher. Progettata da Airbus, JUICE trasporta dieci strumenti scientifici (telecamera ottica, spettrometro per immagini, radar, altimetro, magnetometro, ecc.), protetti da temperature estreme da una coperta isolante multistrato. La sonda è inoltre dotata di enormi pannelli solari di 85 m2 per mantenere l'energia in un ambiente in cui la luce solare è 25 volte più debole che sulla Terra.
L’arrivo a destinazione, imprevisti permettendo, è previsto per il luglio del 2031: il viaggio si preannuncia inoltre tortuoso, poiché non è possibile raggiungere Giove con una traiettoria diretta
Missione europea su Giove
Telegiornale 12.04.2023, 20:00
La gravità degli altri pianeti come catapulta
La sonda dovrà utilizzare complesse manovre di assistenza gravitazionale, che prevedono l'utilizzo della forza di attrazione degli altri pianeti, come una catapulta. Sorvolerà prima la Luna e la Terra, poi Venere (2025), quindi di nuovo la Terra (2029), prima di dirigersi verso il mastodonte del sistema solare e le sue lune più grandi, scoperte da Galileo 400 anni fa: la vulcanica Io e le sue tre compagne ghiacciate Europa, Ganimede e Callisto.
Siamo soli nell’universo?
Il sistema gioviano ha "tutti gli ingredienti di un mini-sistema solare", ha spiegato Carole Mundell, direttore scientifico dell'ESA. La sua esplorazione "ci permetterà di studiare come funziona il nostro sistema solare, come si formano i pianeti". Cercherà anche di rispondere alla domanda "Siamo soli nell'universo?
Tuttavia, il compito principale di Juice non è quello di trovare direttamente la vita, ma ambienti in cui possa comparire. Giove, un pianeta gassoso, è in questo senso inabitabile, ma Europa e Ganimede potrebbero non esserlo, dato che sotto la loro superficie ghiacciata ospitano oceani di acqua liquida: fattore imprescindibile per rendere la vita possibile.
Ed è proprio verso Ganimede che punta la missione Juice dell’ESA, mentre una futura missione della “cugina” NASA si dirigerà verso Europa. Se tutto andrà come previsto, la sonda dovrebbe orbitare nel 2034 intono al satellite naturale, il più grande del sistema solare, paragonabile per dimensioni a Mercurio. Ganimede è anche l’unica luna ad avere un proprio campo magnetico che la protegge da radiazioni pericolose.
Juice: la missione del decennio
Le precedenti missioni spaziali hanno suggerito la presenza di un gigantesco oceano, "profondo diverse decine di chilometri, molto più profondo degli oceani terrestri", ha dichiarato Josef Aschbacher.
Una delle domande è se questa acqua liquida interagisca con la superficie per poterne assorbire i componenti. Questi potrebbero poi dissolversi in sostanze nutritive, una delle condizioni per lo sviluppo di un ecosistema.
Con un costo totale di 1,6 miliardi di euro, Juice è la prima missione europea a esplorare un pianeta del sistema solare esterno, dopo Marte. "È la missione del decennio", ha sottolineato Josef Aschbacher.
La Svizzera partecipa alla missione
Anche la svizzera prende parte alla missione: l'università di Berna ha sviluppato e costruito tre dispositivi di misurazione a bordo di Juice, mentre l''Istituto Paul Scherrer ha sviluppato il rilevatore ad alta tecnologia RADEM, le cui mansioni dureranno parecchi anni. RADEM non verrà usato solo per la fase di esplorazione, della durata di quattro anni, dell'ambiente delle tre principali lune del pianeta, ma funzionerà infatti anche negli otto anni di viaggio, così da raccogliere informazioni sulla meteorologia spaziale fra Venere e Giove. Il rilevatore misurerà l'ambiente radiativo del sistema solare e la sua interazione con l'attività del Sole.
La missione JUICE e la partecipazione svizzera: il video di Swissinfo
RSI Info 12.04.2023, 10:32