Svizzera

Armamenti, Doha e Riad tra i maggiori acquirenti

Non mancano gli interrogativi sulle maxi forniture di materiale bellico ai due Paesi, ma per la SECO è tutto in ordine

  • 7 marzo 2023, 18:36
  • 24 giugno 2023, 05:21

Vendita di armi, tra chiarimenti e contraddizioni

SEIDISERA 07.03.2023, 18:14

  • Keystone
Di: ludoC/SEIDISERA/Telegiornale

Il 2022 è stato un anno record per le esportazioni di materiale bellico “Swiss Made” che per la prima volta ha raggiunto i 955 milioni di franchi. Al fianco dei clienti tradizionali, come la Germania e la Danimarca, nelle prime posizioni figurano come acquirenti il Qatar e l’Arabia Saudita.

Il Qatar è stato il cliente più importante e nel 2022 ha acquistato sistemi di difesa antiaerea per un valore di oltre 213 milioni di franchi. I dati forniti oggi, martedì, dalla Segreteria di Stato per l’economia (SECO), responsabile del rilascio delle autorizzazioni, non entrano nel dettaglio, specificando che sono stati venduti “materiali per la conduzione del tiro” e armi di vario calibro, ma ai microfoni della RSI è stato spiegato che si trattava di cannoni antiaerei, schierati anche per proteggere gli stadi durante gli ultimi mondiali di calcio.

Stando a un articolo pubblicato nel 2021 dal Blick si tratta di cannoni fabbricati a Zurigo-Oerlikon dalla società Rheinmetall Air Defence, dopo che il Consiglio federale, come prassi, aveva dato via liberà alla compravendita. Questi cannoni sono stati trasportati via nave nel Golfo Persico nella primavera del 2022 La commessa, rilevava il Blick, è stata una delle più importanti degli ultimi 20 anni per quanto riguarda il settore bellico.

Il Qatar non brilla certo per rispetto dei diritti umani: l’ordinanza in materia vieta le esportazioni verso paesi che li violano sistematicamente, ma sono possibili eccezioni a condizioni che ci sia un “debole rischio” che gli armamenti svizzeri vengano utilizzati per compiere tali violazioni. E questo è stato appunto il caso dei sistemi antiaerei venduti Doha, venduti per proteggere il cielo durante la coppa del mondo. "Per il resto - spiega alla RSI Simon Plüss della SECO - la prassi di esportazione verso il Qatar è molto restrittiva proprio per la questione legata ai diritti umani".

Anche l’Arabia Saudita, come scritto, figura fra i principali acquirenti di materiale bellico svizzero (al quarto posto, ndr.), avendo acquistato nel 2022 pezzi di ricambio per sistemi antiaerei di difesa e munizioni per tali sistemi per un valore complessivo di oltre 112 milioni di franchi.

Ma per quale motivo si fornisce ancora materiale bellico a Riad nonostante l’ultimo inasprimento di legge che non lo permette? “La prassi è stata via via inasprita dal Consiglio federale a partire dal 2009 e da qualche anno è possibile fornire solo pezzi di ricambio – risponde alla RSI Simon Plüss della SECO – L'ultima stretta, in ragione della violazione dei diritti umani in Arabia Saudita, ha escluso anche quelli. Ma l'articolo 23 della legge sul materiale bellico contiene ancora un'eccezione voluta dal legislatore riguarda i contratti firmati prima dell'entrata in vigore delle nuove norme. Non si è insomma voluto mettere in difficoltà le aziende che già avevano concluso gli accordi. Tutto questo a meno che non subentrino altri eventi particolarmente gravi”.

Record di esportazioni di armi

Telegiornale 07.03.2023, 12:30

Perché l'Arabia Saudita sì e l'Ucraina no?

Perché all'Arabia Saudita sì e all'Ucraina anche se indirettamente no? In fondo è materiale svizzero, a suo tempo acquistato da altri paesi… L'Ucraina, continua Plüss, “si trova in un conflitto armato internazionale, condizione che all'articolo 22 della stessa legge, esclude qualsiasi fornitura. l'Arabia Saudita non è in una situazione di conflitto né internazionale né interno, e la sua partecipazione alle operazioni nello Yemen riguardano una guerra interna allo Yemen fra il governo e i ribelli Houthi. L'intervento saudita avviene su richiesta delle legittime autorità. Non è dunque parte del conflitto”.

La SECO effettua ispezioni in tutto il mondo per verificare che la dichiarazione di non riesportazione venga a rispettata. Nel 2022, è stato comunicato oggi, sono state fatte per esempio ispezioni in Bulgaria, in Sudafrica o in Slovenia. Ci saranno controlli anche in Danimarca e Germania per essere sicuri che le munizioni e i blindati svizzeri non saranno finiti in Ucraina? “La prassi prevede i controlli laddove esistano dei rischi, che non ci sono nei paesi limitrofi o a noi vicini”, risponde ancora Plüss ai microfoni della RSI, aggiungendo che non è stato pianificato nulla e che “guardando all’attitudine di Berlino ci sentiamo tranquilli: più volte ci hanno chiesto l'autorizzazione e non c'è alcuna indicazione che il nostro veto non venga rispettato”.

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