Germania e Danimarca non potranno inviare in Ucraina materiale di guerra di produzione svizzera. La Confederazione conferma il "no" alla richiesta di trasmettere a Kiev rispettivamente 12'400 munizioni da 35 mm per il semovente antiaereo Gepard e 22 veicoli corazzati Piranha III.
RG 12.30 del 01.06.2022 - Il servizio di Gian Paolo Driussi
RSI Info 01.06.2022, 17:03
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Nella sua seduta di oggi, venerdì, il Consiglio federale ha confermato quanto la SECO aveva già fatto sapere nelle scorse settimane: "Secondo la legge sul materiale bellico l'autorizzazione per l'esportazione non viene rilasciata se il Paese destinatario è implicato in un conflitto armato internazionale. La Russia e l'Ucraina sono coinvolte in un conflitto di questo tipo. In virtù del principio della parità di trattamento ai sensi del diritto della neutralità e della legge sul materiale bellico non è possibile autorizzare esportazioni dalla Svizzera in Ucraina" e nemmeno riesportazioni, si legge in un comunicato.
Componenti per armamenti possono essere esportate
Il Governo ha invece dato il via libera - confermando la prassi precedente - alle richieste di due imprese elvetiche che vogliono esportare rispettivamente in Germania e Italia componenti per lanciarazzi anticarro e per la difesa antiaerea. Il rischio esiste che possano essere incorporate in armamenti destinati alle forze ucraine, ma la legge permette questa possibilità nel rispetto della neutralità, se queste componenti non superano una determinata soglia di valore rispetto al materiale finito, soglia che nel caso dei due Paesi confinanti è del 50%.
L'Esecutivo ha pure deciso (vedi correlata) che non invierà in Polonia dei carri armati Leopard 2 dismessi, mentre la Germania potrà disporre liberamente dei 42 che il produttore Rheinmetall ha riacquistato (disarmati) una decina di anni fa.