Il gruppo elvetico Axpo rinuncia a rifornirsi di uranio proveniente dalla fabbrica di Majak, in Russia, poiché la produzione di combustibile non garantisce pienamente il rispetto dell’ambiente.
Recenti misurazioni nei pressi del sito, effettuate da scienziati russi su mandato di Axpo e sotto l’osservazione di gruppi ecologisti, dimostrano che le emissioni nocive sono superiori ai limiti fissati per l’ambiente. Axpo ha indicato che questi dati confermano la decisione, presa nel 2011, di sospendere l’approvvigionamento.
Tuttavia, il gruppo non esclude di tornare a fare affari con il fabbricante di Majak se questi sarà in grado di rispettare "completamente" le condizioni fissate da Axpo.
Alti livelli di radioattività
Vicino a Majak si sono sempre rilevati alti tassi di radioattività, ma è ancora poco chiaro se ciò sia da ricondurre all'impianto o ai gravi incidenti atomici avvenuti in passato nella zona.
Il sito è molto contestato. Greenpeace lo accusa di contaminare fortemente l'ambiente e la popolazione. Secondo l'organizzazione, a Majak le acque radioattive dell'impianto vengono scaricate direttamente nel fiume Techa e altri liquidi radioattivi sono depositati a cielo aperto senza alcun dispositivo di sicurezza.
ATS/FM