Non è un bel periodo per i contadini, che confrontati con le esigenze e gli oneri della nuova politica agricola - più rispettosa del paesaggio e degli animali - lamentano redditi troppo bassi. "Chiediamo al Governo e al Parlamento di non tagliare né i pagamenti diretti, né la promozione delle vendite", spiega il direttore dell'Unione svizzera dei contadini Jacques Bourgeois. "Le Camere federali stanno andando in questa direzione - aggiunge Bourgeois - ma le decisioni definitive arriveranno a dicembre".
La politica federale in effetti ascolta il settore: il Nazionale vuole rinunciare a mezzo miliardo di franchi di risparmi e ha già accolto l'iniziativa popolare per la sicurezza alimentare con cui si chiede il rafforzamento della produzione indigena e sostenibile. Agli Stati si profila invece un controprogetto diretto che piace ai promotori: "È la prova che in quest'ambito c'è una lacuna costituzionale".
RG/CaL