Con la loro opposizione ai grandi progetti solari alpini i Verdi "fantasticano su un futuro a cui non contribuiscono affatto" e concretamente riaprono la porta al nucleare.
È il giudizio di Peter Bodenmann, ex presidente del Partito socialista svizzero (PS), all'indomani del no opposto nel fine settimana alle urne dai cittadini in Vallese a un decreto che avrebbe permesso di velocizzare le procedure di autorizzazioni degli impianti solari in alta montagna. Bodenmann spara ad alzo zero sugli ecologisti, ma non solo su loro. "Nell'Alto Vallese, la popolazione era molto ben informata: due terzi dei cittadini hanno votato a favore", dice in un'intervista pubblicata martedì sul Tages-Anzeiger. "I comuni di Oberwald, Grengiols, Binn, Gondo, Törbel ed Eisten, in cui erano previsti gli impianti, hanno votato chiaramente a favore".
Una volta, continua il 71enne socialista, "si diceva: pensare globalmente, agire a livello locale. Ora i Verdi si comportano in modo paternalistico con comunità interessate. Il progetto è stato respinto nel Vallese francofono, dove non è previsto quasi nessun impianto solare alpino".
Nel medio termine, dice Bodenmann, alla Svizzera mancheranno 25 miliardi di chilowattora di elettricità invernale: "Potremmo ridurre in modo massiccio questo deficit con impianti solari alpini. Finché non ci saranno chiari piani su come rifornire la Svizzera di elettricità la lobby del nucleare ne trarrà vantaggio: in questo senso i Verdi sono i più efficienti portatori d'acqua per l'UDC e l'energia nucleare".
Vallese, no al decreto sul solare
Telegiornale 10.09.2023, 20:00