Se si dovesse scegliere una parola per descrivere la nuova “istantanea” sulle votazioni federali del 24 novembre, questa sarebbe probabilmente “inversione”, o “capovolgimento”. Il mese scorso tutti e quattro i progetti in esame avevano consensi in vantaggio, mentre ora si vede una generale erosione dei favorevoli a fronte di una marcata crescita dei contrari. Questo, almeno, il quadro tratteggiato dai dati elaborati dall’osservatorio politico gfs.bern, che ha fatto il punto sulle tendenze della popolazione, interpellando oltre 10’000 persone di tutte le regioni linguistiche.
In linea generale, la tendenza è al “no”. La modifica di legge sulle restrizioni alle sublocazioni passerebbe col 50%, ma nella prima rilevazione incassava il 59% di “sì”. Discorso analogo per la modifica alla Legge federale sull’assicurazione malattia (LAMal), che, se il mese scorso aveva il 61% dei consensi, ora scende al 54%. Gli altri due oggetti in votazione, che apparivano già in bilico con dei tiepidi “sì”, rischiano ora di finire bocciati: il 53% degli interpellati respinge ora la disdetta delle locazioni per bisogno personale, mentre il 49% si oppone al potenziamento delle autostrade.
Prestazioni sanitarie e finanziamento uniforme: un oggetto contraddistinto dall’indecisione
Nel primo sondaggio SSR il finanziamento uniforme delle prestazioni sanitarie risultava l’oggetto che faceva registrare la maggior quota di indecisi, ossia il 13%. E sul tema l’indecisione continua a farsi sentire, visto che a esprimerla è ancora quasi un decimo degli interpellati. Intanto i pareri di segno favorevole sono scesi dal 61% al 54%, mentre la quota dei contrari risulta cresciuta di oltre 10 punti percentuali, passando così dal 26% al 37%.
La Svizzera italiana segue le tendenze nazionali, ma rimane la regione linguistica con meno oppositori al progetto, e questo malgrado il “no” raccomandato dal Consiglio di Stato ticinese. Più nel dettaglio i sostenitori sono leggermente diminuiti (dal 61% al 58%) mentre l’area dei contrari si è allargata nella misura di 6 punti, passando dal 27% al 33%. Nel raffronto regionale è indicativa la situazione nella Svizzera romanda, dove gli indecisi rimangono molti: quasi una persona su cinque.
I “no” avanzano decisamente nelle varie zone abitative, come pure fra le differenti fasce di età e di reddito. Un ribaltamento della tendenza si constata, invece, se consideriamo i livelli di formazione. Gli interpellati con un livello di istruzione bassa propendono maggiormente per i “sì”, portando l’iniziale sostegno dal 46% al 58%. I contrari aumentano invece in modo deciso fra coloro che hanno una formazione di medio livello (+13%) e una più elevata (+11%).
Guardando all’affiliazione partitica, la tendenza segue quella nazionale, con un generale aumento dei “no”. Ma vi sono alcuni dati degni di nota. Il vento è cambiato soprattutto fra i sostenitori della sinistra che, se in ottobre apparivano più favorevoli al progetto, ora lo respingono e con un nettissimo aumento dei “no”: +19%, sia tra i simpatizzanti del PS che fra quelli dei Verdi. Nella destra, invece, si constata un aumento degli assolutamente favorevoli tra i sostenitori del PLR (+15%). Cresce, infine, il clima di indecisione fra gli aventi diritto che non si sentono rappresentati da nessun partito (+5%).
Autostrade: nella Svizzera italiana gli oppositori aumentano di oltre 20 punti
Sul potenziamento delle autostrade è testa a testa, con un 47% dei favorevoli e un 49% dei contrari. Ma fra coloro che hanno ormai maturato salde intenzioni di voto, i contrari risultano ora aumentati nella misura di 10 punti percentuali.
Lo scorso mese gran parte del sostegno al progetto giungeva dagli abitanti delle zone rurali, che ora, però, spiccano tra gli oppositori con il 52% di “no” a fronte del precedente 40%. I “sì” sono sensibilmente diminuiti (da 54% a 46%), ribaltando così le tendenze emerse dal primo sondaggio. Ma è nei centri urbani che si riscontrano più pareri contrari, saliti ora al 54%.
Fra le regioni linguistiche, quella italofona aveva stupito nella prima rilevazione, con un marcato appoggio per l’ampliamento (era al 57%) malgrado non sia interessata dai progetti in questione. Ora torna a sorprendere ma in senso opposto e con una crescita dei “no” di oltre 20 punti percentuali. Col risultato che il “sì” rimane in vantaggio, ma di strettissima misura: 50% contro 49%.
I contrari si rafforzano in tutte le fasce di reddito, ma soprattutto in quelle medio-basse. Un’inversione di tendenza si registra fra coloro che vivono in nuclei familiari con un reddito medio-alto (dai 7’000 agli 11’000 franchi mensili): se precedentemente erano propensi ad accettare il potenziamento autostradale, ora si pronunciano contrari. Rimangono favorevoli al progetto i nuclei più agiati (con oltre 11’000 franchi), pur in presenza, anche qui, di un incremento dei “no”.
Da rilevare che fra tutti gli oggetti in votazione, questo è quello che maggiormente divide uomini (“sì” al 56%) e donne (“no” al 60%).
Locazione e disdette per bisogno personale: dal testa a testa al “no”
La disdetta per bisogno personale non aveva fatto registrare in ottobre una chiara maggioranza. Ora, invece, gli oppositori sembrano avere il sopravvento, con il 53% contro il 44% dei favorevoli.
Malgrado una chiara erosione dei pareri favorevoli (-9%), la Svizzera italiana rimane ancora la maggior sostenitrice di questa modifica del codice delle obbligazioni (“sì” al 51%). La maggior resistenza si riscontra invece in Romandia, dove i pareri di segno contrario sono aumentati dal 47% al 59%.
La popolazione residente nei centri urbani si profila sempre di più sul fronte degli oppositori (dal 52% al 58% di “no”). Ma nelle campagne si rileva un deciso cambio di passo: lo scorso mese, infatti, la popolazione rurale mostrava un ampio consenso (60%) alla revisione di legge; ora invece si assiste ad un confronto più serrato, con consensi al 52% ma opposizioni al 45%.
Se i redditi familiari sembravano giocare un ruolo nella posizione degli intervistati, la situazione appare ora diversa. Nella prima istantanea i membri di famiglie a reddito medio-alto (dai 5’000 franchi mensili) risultavano in prevalenza a favore. Ora invece la tendenza al “no” emerge anche in questa fascia di reddito, come pure nelle altre fino a 11’000 franchi.
Le simpatie politiche incidono soprattutto agli estremi, con gli elettori di area progressista che capeggiano l’opposizione e quelli dei partiti borghesi che si mantengono invece sul fronte del “sì”: soprattutto tra i simpatizzanti del PLR che, nella misura di quasi 4 su 5 (79%) rimangono i maggiori sostenitori della modifica legislativa. Aumentano infine i “no” e diminuiscono i “sì”, sia fra i sostenitori del Centro che fra quelli dei Verdi Liberali.
Restrizioni alle sublocazioni: si erode il consenso
Se la modifica alla legge per le restrizioni sulle sublocazioni aveva fatto registrare nel primo rilevamento un ampio consenso (59%), ora sul tema emerge un confronto ben più ravvicinato: con i contrari al 47% e i favorevoli al 50%.
Come per l’altro oggetto legato alla locazione, l’affiliazione politica si fa sentire. Tra i progressisti si registra un altro deciso aumento dei contrari. Nel sondaggio precedente, una persona su due vicina al PS era contraria al progetto: ora se ne registrano quattro su cinque. Anche tra i sostenitori dei Verdi si vede un’analoga impennata, con i “no” che sono passati dal 49% al 78%. Il maggior sostegno viene invece espresso da coloro che simpatizzano per il PLR e l’UDC, con i “sì” rispettivamente all’83% e al 71%.
In ottobre i simpatizzanti dei Verdi Liberali appoggiavano il progetto, con il 55% di “sì” a fronte del 33% di “no”. Ora invece in maggioranza lo rifiutano: 51% contrari e 44% a favore. Si riduce infine di 9 punti percentuali la quota dei favorevoli al progetto fra i sostenitori del Centro.
Nei grandi agglomerati i contrari sono ora in maggioranza (53%), ribaltando così il dato emerso lo scorso mese. Supporto alla revisione di legge è dato invece in maggioranza dagli interpellati nelle zone rurali (58%) e suburbane (59%).
Metodologia
Il sondaggio è stato svolto telefonicamente e attraverso i portali d’informazione della SSR. Sono stati interpellati fra il 28 ottobre e il 7 novembre 10’358 titolari del diritto di voto. Il margine di errore statistico, per eccesso o per difetto, è di 2,8 punti percentuali.