L'ex procuratore federale straordinario nel caso FIFA, Stefan Keller, che ha rimesso il suo mandato in maggio dopo che il Tribunale penale federale ha accolto una richiesta per la sua ricusazione, in un'intervista apparsa sulla NZZ di oggi, lunedì, critica il TPF e il Ministero pubblico della Confederazione per averlo sconfessato.
La Corte lo avrebbe deliberatamente messo da parte emettendo una sentenza senza appello nell'inchiesta che riguarda Gianni Infantino, ha affermato Keller, accusando i tre giudici di parzialità: due di essi appartengono all'UDC di Zurigo, così come l'avvocato difensore del presidente della FIFA. La sua indagine avrebbe inoltre toccato anche l'operato dei giudici, minacciandone la rielezione in autunno.
La procura, invece, avrebbe messo in atto un'ostruzionismo probabilmente sistematico, non garantendogli l'accesso a informazioni importanti e dimostrando "di non essere ancora pronta a ad assumersi le responsabilità degli anni passati".
Entrambi gli organi giudiziari hanno preferito non commentare le accuse.
Possibilità di ricorso
Keller, presidente del Tribunale cantonale di Obvaldo, critica anche le norme procedurali in vigore, affermando che le domande di ricusazione e altre decisioni della Corte dei reclami penali di Bellinzona dovrebbero poter essere oggetto di ricorso al Tribunale federale di Losanna, come i procedimenti cantonali. La ricusazione - su richiesta formulata da Infantino tramite i suoi legali - era stata motivata con il contenuto di quattro comunicati e una dichiarazione alla stampa che Keller aveva rilasciato sul caso.
Senza un'istanza di appello indipendente e un rimpasto del personale a Bellinzona, ritiene infine, Keller si dice poco ottimista sul futuro dell'inchiesta, che è già costata il posto al capo dell'MPC Michael Lauber. Né per lui né per lo stesso Keller è stato finora nominato un successore.