L'improvvisa forza del franco, dopo l'abbandono della soglia minima di 1,20 rispetto all'euro, mette in difficoltà le casse pensioni svizzere. Non solo per le perdite del 4% sugli investimenti, registrate dalla metà di loro che non era assicurata contro il rischio cambi, ma anche per le difficoltà nel trovare dove destinare le loro liquidità. La decisione della Banca nazionale ha infatti portato tassi negativi per i depositi in banca e le obbligazioni svizzere, mentre il mercato immobiliare appare piuttosto saturo.
La sede della Banca nazionale
La nuova situazione non inquieta Graziano Lusenti, che gestisce una società di consulenza per le casse: "è stato uno shock ma non è una catastrofe", afferma, "visto e considerato che negli ultimi anni avevamo avuto uno sviluppo positivo". Il maggiore problema consiste nell'individuare soluzioni caso per caso, sicure ma con una rendita non troppo bassa per garantire le rendite del secondo pilastro.
RG 12.30 del 20.01.2015 Il servizio di Roberto Porta
RSI Info 20.01.2015, 13:35
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Qualche difficoltà dopo un buon 2014 è segnalata anche dalla cassa pensioni del canton Ticino, che gestisce un patrimonio di 4 miliardi e guarda comunque al futuro con una certa tranquillità. "In un'ottica di lungo termine la situazione non è così cattiva", secondo il direttore Pierre Spocci, che annuncia già le prime misure, a cominciare dall'aumento della "copertura di rischio cambi anche sulle azioni". "La grossa incognita", aggiunge, è "legata ai tassi di interesse: quando cominceranno a risalire ci saranno conseguenze negative".
Pierre Spocci
Si riferiscono ancora all'anno scorso, intanto, i dati resi noti oggi (martedì) da Publica, la cassa dei dipendenti federali. Il rendimento realizzato sugli averi gestiti, che ammontano a 37 miliardi di franchi, è stato del 5,87%. Il grado di copertura medio è salito al 105%, 0,9 punti in più rispetto a fine 2013.
RG/ATS/pon