Svizzera

"Chi scatena una guerra va perseguito"

Il deputato romando Damien Cottier relatore di un rapporto a favore dell'istituzione di un tribunale speciale che giudichi i crimini legati all'aggressione russa dell'Ucraina

  • 27 gennaio 2023, 14:19
  • 20 novembre, 12:04
03:30

RG 12.30 del 27.01.2023 - La corrispondenza di Andrea Ostinelli

RSI Info 27.01.2023, 14:48

  • Keystone
Di: RG 

L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa giovedì si è espressa all'unanimità a sostegno di una risoluzione per istituire un tribunale speciale per giudicare il crimine di aggressione, rappresentato dall’invasione militare russa dell’Ucraina.

Si tratta di un passo che esorta i dirigenti politici dei 46 Stati membri – Svizzera inclusa – a sostenere politicamente l’iniziativa. Il relatore del rapporto è stato il consigliere nazionale neocastellano Damien Cottier, presidente della Commissione Affari giuridici al Consiglio d’Europa, il quale ha spiegato ai microfoni della RSI l’esigenza “di perseguire il crimine di aggressione poiché è il padre di tutti i crimini”.

Il deputato ha ricordato che questo aspetto “ce lo ha insegnato il Processo di Norimberga e i crimini di guerra sono possibili ogni giorno, come si vede in Ucraina. Questo perché è stata lanciata una guerra e le persone che l’hanno avviata devono essere ritenute responsabili”. A tale riguardo pone l’accento sul fatto che proprio tale riflessione è “la base su cui perseguire l’aggressione militare”.

Damien Cottier ricorda che “l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa” con il rapporto sta lavorando sulle condizioni concrete su cui creare questa istituzione e vi sono varie istituzioni, come l’OSCE (l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) e l’Unione europea, oltre a diversi Governi nazionali, che si sono uniti in quest’idea”.

“Nessuno resti impunito”, dunque, è l’obiettivo. In questo momento però sembra improbabile che i dirigenti politici e militari russi, dal presidente Vladimir Putin agli alti comandi delle forze armate, compaiano davanti a un tribunale speciale o che sconteranno davvero un’eventuale condanna. Non è fatica sprecata?

“Per costruire una pace duratura è molto importante lavorare per la giustizia. Il solo fatto che siano condotte delle inchieste e che si svolga un’attività giudiziaria è un segnale molto importante sia verso gli aggressori, i quali sapranno che non c’è impunità, che saranno ricercati e che sarà limitata la loro libertà di viaggiare all’estero, sia nei riguardi delle vittime dopo quello che hanno subito – distruzione della loro casa, uccisione di familiari, lesioni fisiche e psichiche, eccetera – e che tutto ciò è considerato inaccettabile e la giustizia se ne interessa”, spiega il deputato neocastellano.

Tuttavia, “nessuno sa se un giorno i responsabili di questa guerra staranno davanti ai tribunali", ha precisato Cottier, "ma non lo si può nemmeno escludere. E se non si cerca d’istituire questa struttura giudiziaria, allora certamente non sarà resa giustizia. E questo impedirà una pace duratura. È questo l'elemento centrale".

Il procuratore della Corte penale internazionale sta raccogliendo prove su presunti crimini di guerra, contro l'umanità e genocidio commessi in Ucraina e fornisce competenze e risorse per le indagini. Tale Corte non è però competente sull'aggressione russa, per cui si chiede un processo celebrato da una giurisdizione speciale. Quale efficacia avrebbe?

"La guerra è illegale dal punto di vista internazionale", rileva il politico romando. "Non si può aggredire un altro Paese. Se non vi sono conseguenze giuridiche, allora altri Stati possono ritenere che l'aggressione sia sì illegale, ma accettata per il regolamento dei conflitti. Per questo è importante che ci siano conseguenze giuridiche a questo conflitto: si deve dare un segnale a tutti gli altri dittatori che volessero fare la stessa cosa. Non si tratta di agire solo contro la Russia e la Bielorussia, ma si manda un avvertimento a tutti in quanto l'aggressione a una nazione è immorale, oltre che illegale. E non può restare impunita".

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