Sono passati cinque anni dalla firma dell’Accordo di Parigi, in cui gli Stati erano chiamati ad aumentare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e adottare misure nazionali. La Confederazioni sulla carta dovrebbe quindi attivarsi entro la fine dell’anno, ma secondo Greenpeace non riuscirà nell’intento.
In questi anni, sottolinea l’organizzazione, è infatti rimasto invariato il fatto che entro il 2030 le emissioni dovranno essere ridotte complessivamente del 50% rispetto al 1990, in parte grazie all’acquisto di certificati esteri. A titolo di confronto, l’Unione Europea vuole portare questa diminuzione dal 40 al 55% in questo stesso lasso di tempo.
Per Georg Klingler, esperto del settore presso l’ONG, questa manchevolezza da parte di Berna, “è un affronto nei confronti di paesi che lo hanno fatto”. La Svizzera ha ad ogni modo annunciato un obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050.
La nuova legge sul CO2
Telegiornale 10.06.2020, 14:30
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