In Svizzera, complice la pandemia di coronavirus, vi è stato un calo di consumo di birra: nel periodo preso in esame dall’Associazione di categoria, ossia ottobre 2019-settembre 2020, è stato registrato un – 2,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima per un totale di 4,7 milioni di ettolitri; in pratica, sono stati bevuti 34 milioni di bicchieri da tre decilitri in meno.
Il confinamento nazionale della scorsa primavera, si legge in un comunicato, e le restrizioni tuttora in vigore in diversi cantoni hanno fatto sì che lo smercio fosse limitato. Le vendite per esempio attraverso il canale della ristorazione sono scese del 23%, una flessione che sta avendo un impatto grave sui birrifici legati a questi luoghi di ritrovo.
Una controtendenza
Lo smercio al dettaglio è invece aumentato dell'8%, per una quota del 70%. La progressione ha però in parte favorito l'importazione: dopo sei anni di calo l'import, è infatti aumentato del 7% a 1,1 milioni di ettolitri. La parte di bevande straniere è così passata dal 22% al 24%. Piace sempre di più la birra senza alcol (+10%), ormai all'origine del 4% degli affari. Fondata nell'aprile del 1877, l'Associazione svizzera delle birrerie conta oggi 26 aziende che producono almeno 10’00 ettolitri. Nessuna di queste ha sede nella Svizzera italiana.