In Svizzera romanda si scopre il lavoro sottopagato. Le Temps lunedì denunciava la sottoscrizione di contratti a tempo parziale per impieghi che, di fatto, sono a tempo pieno. Secondo il SIT, il sindacato interprofessionale locale interpellato dal foglio ginevrino, si stima che nel solo settore dell’edilizia le sottoscrizioni truccate possano riguardare il 10% dei lavoratori dell’arco lemanico.
La pratica nella Svizzera italiana è nota da tempo. I sindacati la denunciano “da almeno un paio d’anni”, ci dice Paolo Locatelli, sindacalista OCST, vicesegretario cantonale e responsabile cantonale Edilizia, il quale parla di un “un cancro da debellare al più presto”. “È un imbarbarimento del mondo del lavoro”, spiega Enrico Borelli co-segretario dell’UNIA.
Vittorino Anastasia, direttore della sezione Ticino della SSIC, la società svizzera impresari costruttori, però, pur ammettendo il problema, mette in guardia davanti a facili allarmismi: “Attenzione a come si vendono le notizie: quando furono scoperti i casi di caporalato al LAC di Lugano, i rappresentanti dei lavoratori parlarono di prassi dilagante, mentre i casi scoperti in due anni sono stati due. Gravi e da condannare, ma pur sempre solo due”.
Le considerazioni di padronato e sigle sindacali nei file audio che seguono.
Alessandro Broggini