La Svizzera ha un tasso di incidenza dei casi di Covid-19, nell’arco di 14 giorni, tra i più alti d’Europa, ma i ricoveri sono in calo e anche l’occupazione dei reparti di terapia intensiva sembra stabilizzarsi: lo ha dichiarato oggi, martedì, Patrick Mathys, dell’Ufficio federale di sanità pubblica (UFSP), nel corso della conferenza stampa settimanale degli esperti, durante la quale è stato fatto il punto sulla diffusione della variante Omicron. Tuttavia, ha aggiunto Mathys, “è presumibile che l’occupazione dei reparti di terapia intensiva aumenterà di nuovo”.
Il tasso di riproduzione è ampiamente sopra l’1 (1,37) e questo, ha sottolineato l’alto funzionario, indica che il virus si propaga in modo sempre più accelerato.
“Contatti da limitare”
La pressione resta sostenuta sugli ospedali, che ora temono di dover fare a meno di ampia parte del personale a causa di infezioni e quarantene, ha sottolineato per parte sua Rudolf Hauri, presidente dell’associazione dei medici cantonali, invitando tutti, anche vaccinati e chi ha ricevuto la dose di richiamo, ad attenersi alle norme di igiene accresciute e al distanziamento.
“Se non limitiamo i contatti, Omicron causerà assenze critiche tra il personale”, gli ha fatto eco Samia Hurst, vicepresidente della task force federale, sottolineando l’effetto protettivo dato dalla vaccinazione di richiamo contro la variante del SarsCov-2.
“Aziende si preparino”
L’ondata di Omicron non si riflette ancora sull’occupazione degli ospedali, ha affermato Hurst, sottolineando anche che le aziende in generale devono prepararsi per continuare a lavorare nonostante gran parte del personale rischia di finire in quarantena.
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Telegiornale 03.01.2022, 21:00