La seconda ondata del coronavirus sta facendo sentire i suoi effetti anche sulla fiducia riposta nel Consiglio federale. Ad attestarlo sono i primi risultati del sondaggio lanciato dalla SSR, ed elaborato dall'istituto di ricerca Sotomo, dopo la forte ripresa della pandemia.
Crisi sanitaria e condotta del Governo: esiti del sondaggio in chiave nazionale e regionale
Dall'inizio dell'emergenza e fino a giugno, ha sempre superato la soglia del 60% il tasso d'approvazione per la gestione della crisi da parte del Governo. Ma con la ripresa della pandemia il dato è ora mutato sensibilmente: 37% di consensi, a fronte di una sfiducia che viene invece manifestata dal 40% degli interpellati. Segnatamente nella Svizzera italiana, come mostra la grafica qui in basso, la percezione risulta ancora più critica rispetto al dato nazionale. Quattro mesi fa, invece, ad approvare la condotta della crisi era il 62% dei partecipanti al sondaggio.
Fin qui, il giudizio dato all'Esecutivo. Va tuttavia precisato che il sondaggio è stato elaborato nei giorni precedenti all'entrata in vigore - da ieri, giovedì - dei nuovi provvedimenti disposti dal Consiglio federale per contenere l'impatto della seconda ondata. Quanto alle misure specifiche, risulta ora nettamente sostenuto l'uso delle mascherine a scopo preventivo negli spazi pubblici, negli esercizi commerciali e sul posto di lavoro: qui i consensi, a seconda dei contesti interessati, variano infatti dal 59% fino al 78%. Si registra quindi un clima di netta approvazione, con un tasso complessivo del 66%, anche per la chiusura alle 23.00 di bar e ristoranti e per la limitazione ad un massimo di 10 partecipanti negli eventi pubblici e privati.
Pandemia e gestione delle competenze sulla crisi: il dato nazionale e quello regionale
A far decisamente breccia è anche l'idea per cui, di fronte ai nuovi e gravi sviluppi della crisi, si rendono necessarie direttive federali più uniformi in tutto il Paese. Di questa opinione è nell'insieme il 67% degli interpellati. Un dato che scende però al 49% proprio nella Svizzera italiana dove, di converso, si attesta al 38% la quota di coloro che sostengono l'opzione di un maggior margine di manovra, a seconda delle contingenze, da conferire ai cantoni.
Crisi e valutazione delle misure in campo
A dar la misura del clima del momento sono infine altre tipologie di giudizi. Guadagnano infatti terreno, e in misura anche sensibile, le valutazioni di coloro che reputano da deboli a troppo deboli le misure concernenti le limitazioni alla libertà di movimento, le restrizioni per esercizi commerciali e servizi e la compensazione delle perdite salariali. Si è invece notevolmente ristretto, sempre per rapporto al dato dei mesi precedenti, il campo di coloro che sostengono l'adeguatezza di tali misure.
Il sondaggio si basa sulle risposte espresse da quasi 35'000 persone di tutte le regioni linguistiche e presenta un margine di errore statistico, per eccesso o per difetto, di 1,1 punti percentuali.
Alex Ricordi