Tre anni fa Losanna scopriva che il suo suolo era inquinato dalla diossina prodotta dal vecchio inceneritore cittadino. Uno studio storico, presentato mercoledì sera agli abitanti del quartiere più colpito, spiega le circostanze e le dinamiche che hanno impedito per decenni di correre ai ripari. E ne emerge anche una questione sociale.
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Il quartiere di Vallon ha convissuto per decenni con l’inceneritore inaugurato nel 1958. E per molti anni ci si è interrogati sul perché questo avvallamento - poco propizio alla dispersione dei fumi - fu scelto per l’impianto.
Gli studiosi del Politecnico, dell’Università e del Centro universitario di medicina generale e sanità pubblica (Unisanté) di Losanna hanno scoperto che tra i motivi della scelta fu data rilevanza soprattutto all’impatto sul paesaggio della ciminiera. Il quartiere popolare del Vallon fu scelto perché considerato (scrivono i ricercatori) “già degradato…e dove la ciminiera sarebbe stata meno visibile perché in un luogo incassato”. Secondo la stampa dell’epoca, in ogni caso “non si sarebbe potuto peggiorare ulteriormente” l’aspetto del quartiere.
L’importanza del fattore sociale è confermata da un’altra decisione che risale agli anni ‘70: il progetto di un secondo inceneritore per sgravare quello del Vallon, sovraccarico, venne bloccato dalle opposizioni degli abitanti di Mont-sur-Lausanne che riuscirono a farsi sentire fino a Berna.
Lo studio storico evidenzia anche carenze nei controlli non sempre sistematici e la mancata reazione delle autorità ai superamenti dei valori soglia fissati dalla legislazione federale. Infine, mette in luce anche l’assenza di un’autorità di sorveglianza veramente indipendente rispetto alle autorità che hanno pianificato e gestito l’impianto del Vallon.
Diossina a Losanna... e forse altrove
Modem 15.10.2021, 08:20
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