"Discorso simbolico, ma si aspetta qualcosa dalla Svizzera"

Oggi pomeriggio (giovedì) il presidente ucraino parlerà al Parlamento svizzero. Entra quindi nel cuore delle istituzioni politiche. Su limiti e potenziale di questo genere di discorsi, la RSI ha interpellato Mark Balsiger, politologo e esperto di comunicazione politica:

Volodymyr Zelensky è un comunicatore esperto; cosa c'è da aspettarsi oggi pomeriggio?

"Il presidente Zelensky è una delle personalità più note al mondo. Un eroe per gli ucraini e per parte dell'opinione pubblica occidentale. Sa benissimo come mettersi in scena. Il suo collegamento col Parlamento a Berna è soprattutto simbolico. Certo lui si aspetterà qualcosa dalla ricca svizzera."

Rispetto al discorso in Piazza Federale di un anno fa, in cosa si distingue questa occasione?

"Allora era stato invitato da chi aveva organizzato una manifestazione per la pace. Ora invece è una presenza ufficiale, e anche se sarà breve, fuori dall'orario ufficiale della sessione, ha comunque un peso nettamente superiore. Soprattutto perché può rivolgersi direttamente ai parlamentari".

Ma quanto può lasciare il segno, un intervento simile?

"Non credo molto. Interventi di politici stranieri, di solito, il giorno dopo sono già dimenticati. Ovviamente sarebbe stato scortese rifiutare la richiesta ucraina di far parlare il loro presidente al Parlamento.

È possibile che i più critici nei confronti dell'Ucraina moderino un po' i toni, in questi giorni. Poi non sottovalutiamo il carisma di Zelensky. Certo non farà cambiare idea tra i nazional-conservatori, ma col messaggio giusto tra qualche deputato potrà lasciare il segno."

Negli scorsi giorni vari siti svizzeri, compreso quello del Parlamento, sono stati presi di mira da pirati informatici... una ripicca filorussa per l'invito di Zelensky. C'è da preoccuparsi per la stabilità del collegamento video?

"L'importante è che il messaggio video avvenga senza problemi. Se a causa di un attacco informatico si dovesse interrompere dopo pochi minuti, sarebbe una figuraccia per la Svizzera, e dovremmo ridiscutere della cyber-sicurezza della Confederazione."