Le autorità svizzere e italiane hanno arrestato lunedì sedici persone, tra cui due cittadini elvetici, nel quadro di un’operazione congiunta contro la ‘Ndrangheta, la mafia calabrese. I fermi sono stati compiuti in Italia, mentre in Svizzera l’inchiesta continua e al momento non ci sono notizie in merito a eventuali arresti anche in territorio elvetico.
Il Ministero pubblico della Confederazione ha tuttavia dichiarato che si aspetta a breve che i colleghi italiani avanzino domande d’estradizione in riferimento agli sviluppi della vicenda. Infatti, il procuratore generale della Confederazione, Michael Lauber, ha precisato in conferenza stampa che sono tra dieci e venti le persone indagate da parte svizzera.
La maggior parte delle persone tratte in arresto sono di nazionalità italiana e residenti a Frauenfeld, nel canton Turgovia, da tanti anni. Alcuni di loro, del resto, beneficiano della doppia cittadinanza o possiedono il solo passaporto rossocrociato. Sulla base del segreto istruttorio, il Ministero pubblico avrebbe evitato d’informare la stampa, cosa però che hanno fatto i colleghi italiani – tanto che i carabinieri hanno fornito ai media un filmato di una presunta riunione della cellula turgoviese della ‘Ndrangheta. Lauber si è mostrato assai irritato dalle rivelazioni, in parte sbagliate, diffuse nella vicina Penisola.
Red. MM/ATS/AGI/EnCa
RG 07.00 del 26.08.2014 La corrispondenza di Roberto Chiesa
RG 18.30 del 25.08.14 - Il corrispondente da Berna Roberto Chiesa in collegamento con Alan Crameri