Genitori privi di certificato, non vaccinati e nemmeno costretti a esibire il risultato di un test negativo, sono autorizzati a visitare i figli ricoverati: questa eccezione sanitaria applicata al CHUV e resa pubblica dalla radio di RTS sta mandando su tutte le furie una parte del personale dell'ospedale universitario di Losanna.
Aumenta così il rischio di trasmettere il coronavirus agli altri pazienti e anche a medici e infermieri, si sottolinea. "Abbiamo accettato queste eccezioni in situazioni delicate in cui per i bambini è importante poter vedere ed essere sostenuti dai genitori, penso in particolare ai bimbi in incubatrice. E facciamo il possibile per convincere i genitori a vaccinarsi", si giustifica Bruno Grandbastien, infettivologo nel nosocomio vodese.
Sono argomenti incomprensibili per Pierre-André Wagner, responsabile del servizio giuridico dell'Associazione svizzera delle infermiere e degli infermieri. Il datore di lavoro, ricorda, deve fare tutto il possibile per proteggere il personale. Questi strappi alle regole, afferma, rischiano di compromettere la salute dei collaboratori per non parlare di quella dei pazienti: "Pretendere che chi non si vaccina faccia almeno un test non è sicuramente chiedere troppo". È così, per esempio, nelle cliniche pediatriche di Ginevra, Berna e Zurigo, nonostante anche il numero dei visitatori sia molto limitato.