Studenti, ricercatori, alte scuole e imprese devono sapere se e a quali condizioni potranno tornare a partecipare a pieno titolo ai programmi di ricerca e di scambi universitari dell'Unione Europea, da cui sono stati parzialmente esclusi dopo il voto del 9 febbraio sull'immigrazione di massa (la Svizzera è diventata Stato terzo e deve trovare i mezzi per prendere parte a ogni singolo progetto). L'attuale situazione di incertezza va superata, ritiene il Consiglio nazionale, che approvando una mozione con 117 voti contro 64 ha invitato giovedì il Governo a chiarire la situazione e a far sì che la Confederazione sia nuovamente integrata al più presto tanto in Erasmus+ quanto in Orizzonte 2020.
L'Esecutivo è esortato inoltre ad adottare soluzioni transitorie (e il relativo finanziamento) per attenuare le conseguenze negative della mancata associazione. Per Erasmus questo è già stato fatto in aprile, una soluzione per la ricerca è imminente, ha detto Johann Schneider-Ammann.
L'obiettivo è la piena partecipazione, ha però aggiunto il ministro, ma la situazione "è difficile perché l'interlocutore non è al momento disposto ad entrare in materia".
ATS/pon