Svizzera

Everest, aggredito Ueli Steck

Ferito al volto dagli sherpa, abbandona l'impresa

  • 29 aprile 2013, 11:29
  • 20 agosto, 11:45

La polizia nepalese ha aperto un'inchiesta per far luce sulla rissa che ieri pomeriggio ha visto coinvolti due alpinisti, lo svizzero Ueli Steck e l'italiano Simone Moro, e un folto gruppo di sherpa al campo base 2 dell'Everest.

I due scalatori sono stati aggrediti e picchiati in seguito a presunte loro interferenze nel lavoro delle guide durante il fissaggio delle corde su una parete del Lhotse, a circa 7'200 metri. Rientrati al campo, i due sportivi sono stati accerchiati da un centinaio di sherpa.

Minacce di morte

"Ci hanno detto che se non lasciavamo il campo 2 entro un'ora ci facevano fuori", ha raccontato il 45enne Simone Moro al sito web Montagna.tv. Moro sarebbe riuscito a schivare una coltellata, andata poi a colpire lo zaino. Il 36enne bernese Steck, noto per le sue solitarie e record di velocità su impegnative pareti delle Alpi come la Nord dell'Eiger, avrebbe preso un sasso in faccia, sulla bocca.

Lo scontro non si è trasformato in tragedia solo grazie all'intervento di altri alpinisti stranieri. Moro, rimasto contuso, ha dichiarato di voler proseguire nell'ascesa mentre Steck, ferito in modo più serio, ha desistito dall'impresa ed è stato trasferito a Kathmandu.

Prix Courage nel 2008

Per aver salvato la vita ad uno scalatore - sempre sulla catena himalajana - nel 2008 l'alpinista svizzero Ueli Steck e il suo collega Simon Anthamatten erano stati premiati a Zurigo con il Prix Courage, un riconoscimento che attestava l'azione coraggiosa dei due sportivi.

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