L'inchiesta sui sospetti di corruzione in seno alla FIFA, nell'ambito dell'attribuzione delle prossime due edizioni dei Mondiali di calcio, "sarà lunga e complessa". "Ci vorranno sicuramente più di 90 minuti" ha detto Michael Lauber, nella conferenza stampa che ha seguito la sua rielezione.
Secondo il capo della procura federale, "sono state identificate 104 relazioni bancarie sospette, ognuna delle quali può comprendere diversi conti". A queste si aggiungono 53 possibili casi di riciclaggio.
Il Ministero pubblico della Confederazione non esclude di interrogare Joseph Blatter e il suo segretario generale Jerome Valcke. Una speciale task force è stata creata per occuparsi del dossier aperto in marzo. Lauber non ha precisato se i documenti consegnati la scorsa settimana dalla federazione calcistica siano stati prelevati dall'ufficio del suo dimissionario numero uno, il 79enne vallesano. "Posso solo confermare che abbiamo raccolto nuove informazioni", ha detto. Gli inquirenti devono analizzare 9 terabyte di dati.
L'inchiesta elvetica, ha precisato, è indipendente da quella condotta parallelamente dalla giustizia statunitense. Le ipotesi di reato sono amministrazione infedele e riciclaggio di denaro tramite conti bancari elvetici. Dieci persone che, in qualità di membri del comitato esecutivo della FIFA nel 2010 avevano partecipato alla selezione conclusasi con l'assegnazione della rassegna del 2018 alla Russia e di quella del 2022 al Qatar, sono già state interrogate dall'MPC e dalla polizia giudiziaria federale "in qualità di persone informate sui fatti".
Il procedimento fa seguito a una denuncia penale presentata il 18 novembre 2014 al Ministero pubblico della Confederazione dalla stessa FIFA, che è dunque considerata "parte lesa".
Inchiesta interna a Julius Baer
La banca Julius Baer ha confermato che sta conducendo un'inchiesta interna in relazione allo scandalo FIFA. Il nome dell'istituto di credito è citato nell'atto di accusa della giustizia americana. Il nome dell'istituto elvetico appare in relazione a quello di José Hawilla, numero uno del marketing sportivo in America latina. Il brasiliano si era dichiarato colpevole di corruzione lo scorso dicembre e aveva accettato di cooperare nell'inchiesta a carico di 14 persone, di cui nove quadri della Fifa o di organizzazioni affiliate.
pon/ATS/Diem
Dal TG12.30: