Il Tribunale superiore di Berna ha confermato oggi, giovedì, i 20 anni di reclusione inflitti un anno fa in primo grado a un serbo di 57 anni: nel 2013 aveva ucciso a coltellate per vendetta un’assistente di studio medico che lo aveva segnalato per una truffa all'assicurazione invalidità.
Nel processo d'appello, tenutosi martedì, dopo un ricorso del serbo, il difensore d'ufficio ha chiesto di nuovo il proscioglimento, sostenendo che il suo assistito non fosse imputabile in quanto "psichicamente molto malato". La diagnosi è stata tuttavia esclusa dal Servizio di psichiatria forense dell'Università di Berna.
L'imputato si è mostrato ai giudici in uno stato apatico e smarrito, ma deambulava normalmente. Alla domanda su come spiegasse il sangue della vittima sulle proprie scarpe ha risposto “non so”. Per la procuratrice Gabriela Mutti è chiaro che l'imputato è un simulatore e che la sua pretesa malattia sia da interpretare come "una fuga dalla realtà".
ats/mamo