Sette giorni vissuti pericolosamente. Il coronavirus si è insinuato fra le pieghe del federalismo elvetico e ha lasciato il segno. Lo aveva già fatto in primavera, ma gli anticorpi allora avevano protetto il sistema. Ora no. Ora si sta sfiorando il caos in un braccio di ferro senza precedenti fra Berna e i cantoni. Il federalismo alla Svizzera funziona bene, la storia lo dimostra, se ciascuno interpreta perfettamente il proprio ruolo, se nessuno fa il furbo.
Federalismo significa forte potere ai cantoni. È la spina dorsale della nostra Confederazione di 26 Stati. Ma federalismo, in piena crisi coronavirus, significa anche responsabilità, solidarietà, non voltare la testa dall’altra parte, vuol dire soppesare gli interessi in gioco e non prendere in giro gli esperti, i dati del fenomeno e, soprattutto, la popolazione.
In questo duello tutti stanno perdendo punti. Sta passando, e questo è negativo, un messaggio di confusione e questa non aiuta nella lotta contro il coronavirus. Da una parte le autorità ci dicono che la situazione è grave: la curva dei contagi "ristagna ad alto livello" per usare le parole di Berset. Gli ospedali sono sotto pressione e il personale sanitario è allo stremo. Dall’altra, le stesse autorità settimana dopo settimana annunciano misure, aprono e chiudono consultazioni, fanno passi avanti e indietro creando un certo disorientamento.
Il messaggio della presidente della Confederazione, Simonetta Sommaruga
RSI Info 11.12.2020, 15:53
È preoccupante. Siamo dentro ad una crisi grave dove manca una guida centrale forte e autorevole. "Non è importante chi decide", ha detto la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga. E invece è molto importante. Se decide Berna le misure si applicano in tutti i 26 cantoni. Se decidono i governi cantonali hanno facoltà e diritto di fare ciò che meglio credono. Ed è inutile che il Consiglio federale si arrabbi o si sorprenda. Sa benissimo come va la storia in questi casi.