Svizzera

Ferma continuata, "serve flessibilità"

Non tutti i soldati che la scelgono vengono accontentati. Il Controllo delle finanze chiede correttivi, anche per contrastare la carenza di effettivi

  • 7 ottobre 2021, 14:32
  • 20 novembre, 19:30
01:24

RG 12.30 del 07.10.2021 Il servizio di Gian Paolo Driussi

RSI Info 07.10.2021, 14:30

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Di: ATS/pon 

La ferma continuata, che permette di completare il servizio militare in una sola volta, viene effettuata ogni anno da 3'600 giovani, al massimo il 15% delle reclute idonee. Ma il limite (fissato per legge) è troppo stretto e questa opzione introdotta una quindicina di anni fa non esiste per tutte le categorie di armi, lamenta il Controllo federale delle finanze in un rapporto in cui chiede maggiore flessibilità. La metà circa di chi vorrebbe fare questa scelta, infatti, non viene accontentato e potrebbe essere spinto a cercare di evitare del tutto l'arruolamento, ricorrendo al servizio civile o cercando di farsi scartare, e contribuendo così alla carenza di effettivi.

Chi sceglie la ferma continuata resta sotto le armi 55 giorni in più. Dopo il 2023 saranno 35

Chi sceglie la ferma continuata resta sotto le armi 55 giorni in più. Dopo il 2023 saranno 35

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Stando al documento, il servizio lungo è un buon complemento del modello con corsi di ripetizione annuali. L'esercito può contare così per esempio in qualsiasi momento su circa 200 soldati del battaglione d'intervento, in caso di catastrofi naturali o crisi. Inoltre, i soldati in ferma continuata svolgono un ruolo importante nell'addestramento.

Ci sono vantaggi anche per i militi, che possono conciliare meglio l'esercito con gli studi e la vita professionale e lasciarsi alle spalle questa esperienza più in fretta. Sentono inoltre maggiormente l'utilità del servizio e sono quindi più motivati. Un sondaggio mostra tuttavia che la durata è un fattore che spinge alcuni a rinunciare: dal 2018 e fino al 2023, i soldati in ferma continuata rimangono sotto le armi 55 giorni in più rispetto a chi opta per la versione tradizionale. Dopo il 2023, tale scarto si ridurrà a 35 giorni.

Daniel Reist, portavoce dell'esercito

Daniel Reist, portavoce dell'esercito

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Quanto ai costi, le differenze non sono enormi. Secondo i calcoli del Dipartimento federale della difesa (DDPS), i costi di gestione si ridurrebbero di poco più di 20 milioni di franchi se la proporzione di soldati in servizio lungo raddoppiasse. Attualmente, i soldati che scelgono la ferma continuata costano leggermente di più, ma solo a causa della permanenza sotto le armi significativamente più lunga.

La proposta del Controllo delle finanze di rendere più elastica la ferma continuata piace alla società svizzera degli ufficiali, interpellata da SRF, mentre il DDPS è più scettico: per il portavoce Daniel Reist "c'è il rischio che le prestazioni dell'esercito non corrispondano più al profilo richiesto, venendo a mancare i militi in corso di ripetizione".

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