Il Tribunale civile di Ginevra è stato chiamato a occuparsi lunedì della denuncia presentata contro Exit da due ginevrini, allo scopo di impedire al fratello maggiore 82enne di ricorrere all'assistenza al suicidio. La morte del pensionato era prevista per il 18 ottobre, ma la giustizia è intervenuta chiedendo di poter ascoltare le parti. I tre protagonisti si sono abbracciati affettuosamente entrando in aula. Il più anziano ha quindi presentato ai querelanti i rappresentanti dell'Associazione per il diritto di morire nella dignità. L'udienza, a porte chiuse, è durata un'ora e mezza e una decisione della corte è attesa entro tre mesi, durante i quali il desiderio dell'uomo di mettere fine ai suoi giorni non potrà essere esaudito.
Le tesi delle parti sono opposte: per l'avvocato del vedovo, l'uomo dispone della capacità di discernimento e in una lettera descrive le sue sofferenze psichiche e fisiche "intollerabili". Il legale dei fratelli, invece, sostiene che l'uomo sia ancora vivace e che vadano rispettati i criteri dell'Accademia svizzera di scienze mediche affinché "il desiderio di suicidio non sia sintomo di disturbi depressivi".
pon/ATS
Dal TG12.30: