Si allarga lo scandalo che ha toccato il Kollegium Karl Borromäus di Altdorf. Dopo i casi di abusi sessuali risalenti agli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso venuti alla luce la scorsa settimana grazie al programma di approfondimento Rundschau di SRF, sono più di una ventina le segnalazioni ricevute nel frattempo dalle autorità urane.
La notizia aveva sorpreso le attuali autorità del canton Uri: dei casi di abusi sessuali compiuti da due monaci benedettini - nel frattempo morti - avevano appreso dai media. Inaccettabile quanto accaduto, motivo per cui è stato aperto un canale di contatto per la popolazione, invitando vittime o testimoni, a raccontare le loro vicende. E in una sola settimana sono 25 le segnalazioni arrivate.
“Abbiamo ricevuto diversi tipi di messaggi. Si passa dalla violenza subita a sospetti di abusi, su su, fino al nome di monaci, con l’invito a far luce sul loro operato. E poi ci sono persone che ci hanno comunicato di volerci dire qualcosa, ma ancora non abbiamo indicazioni sul contenuto”, spiega ai microfoni del Radiogiornale della RSI Ralph Aschwanden, del servizio per l’infanzia e la gioventù del Canton Uri.
Le dimensioni di quanto accaduto, sembrano dunque essere ben maggiori di quanto inizialmente scoperto. E anche il numero dei monaci coinvolti, potrebbe essere ben superiore ai due inizialmente identificati. Chiare le priorità del gruppo di lavoro chiamato ad occuparsi dei fatti.
“Innanzitutto si tratta di riconoscere i fatti, quanto subito dalle vittime. In secondo luogo dobbiamo identificare gli autori, dare loro un nome. Infine - ma non di minore importanza è necessario far luce sull’operato delle autorità cantonali, capire se vi siano stati ad esempio insabbiamenti. Al momento si è ancora nella fase di raccolta materiale. La speranza è di riuscire a pianificare i prossimi passi ancora prima dell’estate”, conclude Aschwanden.