"Tra luglio e settembre abbiamo sottovalutato la situazione, pensavamo di poter gestire il virus". Sono queste le dichiarazioni rilasciate al SonntagsBlick da Guy Parmelin, che ammette degli errori della Confederazione nell'affrontare la crisi sanitaria in corso. Secondo il 61enne, il federalismo non ha fallito, ma qualcosa è comunque andato storto: "La coordinazione non è stata perfetta tra Confederazione e Cantoni. Dobbiamo dialogare meglio".
La Svizzera ha un numero elevato di morti e molti, per questo motivo, chiedono maggiori restrizioni. Anche sotto questo aspetto, non tutto è andato per il meglio, conferma il democentrista: "Ogni morte è di troppo, non abbiamo agito in modo perfetto. Non sappiamo quali siano le ragioni, tra due o tre anni faremo un bilancio globale".
Le speranze per uscire da questa situazione sono riposte nel vaccino. Nei giorni scorsi si è ipotizzata la possibilità di permettere esclusivamente alle persone vaccinate di prendere parte agli eventi. Parmelin non sembra voler chiudere la porta a questa ipotesi: "Ci sono diverse posizioni giuridiche al riguardo. Sono fondamentalmente sempre a favore della responsabilità personale. Se un museo privato vuole permettere l'accesso solo a persone vaccinate, e questo è giuridicamente sostenibile, dovrebbe essergli permesso. Chiunque voglia viaggiare in aereo in futuro difficilmente potrà evitare le vaccinazioni. È fondamentale spiegare e convincere le persone che vaccinarsi è importante, non solo per se stessi, ma per l'intera comunità".
Sempre secondo il SonntagsBlick, un'indagine dell'Università di Zurigo sulla propensione degli svizzeri a vaccinarsi, mostra come la disponibilità della popolazione sia cresciuta dal 41 al 50%. Il 30% degli intervistati è contrario, il 20% è indeciso. Più aperti a farsi immunizzare gli uomini che le donne.
Parmelin, "abbiamo sottovalutato la crisi in estate"
Telegiornale 03.01.2021, 13:30