Svizzera

Hard Brexit, Svizzera light

L’approccio duro della premier britannica Theresa May divide i partiti elvetici

  • 19 gennaio 2017, 17:43
  • 8 giugno 2023, 03:06
Visioni discordanti sulle parole della premier

Visioni discordanti sulle parole della premier

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Se la legge uscita dal Parlamento svizzero per regolare l’immigrazione viene definita "light", il discorso tenuto dalla premier britannica Theresa May è stato giudicato duro. Gran Bretagna sicura di sé e Svizzera con la coda tra le gambe? Solo per alcuni, come dimostrano alcune reazioni raccolte dalla RSI tra i parlamentari svizzeri.

UDC e PPD di nuovo unite

Il fronte "conservatore", insoddisfatto dalla preferenza indigena decisa a Berna per applicare l’iniziativa contro l’immigrazione di massa, è oggi concorde sull’interpretazione delle parole di May. "Ha mostrato coraggio", dice il presidente UDC Albert Rösti, “sarebbe da esempio per la Svizzera… non si iniziano negoziati cercando già il compromesso". Gerhard Pfister, presidente del PPD, aggiunge: "La tattica di Theresa May, più aggressiva e aperta ad assumersi dei rischi, è migliore di quella del Governo svizzero".

La Gran Bretagna non è la Svizzera

Interpretazioni troppo semplici, replica il capogruppo socialista alle Camere federali Roger Nordmann. "Theresa May ha un obiettivo chiaro e coerente, uscire dal mercato europeo. Il Governo svizzero ha invece scelto un opzione irrealistica: restare nel mercato unico, senza però la libera circolazione delle persone… ma non funziona. L’UDC sostiene il contrario, ma mente".

Ignazio Cassis, capogruppo PLR, evidenzia poi il momento diverso, per i negoziati della Gran Bretagna. "Stanno mostrando i muscoli perché si trovano nella fase iniziale delle trattative. Il Regno Unito ha anche le carte per farlo, ha una storia e una potenza poco comparabili con quelle della Svizzera". Allo stesso tempo però Cassis ritiene che i paesi europei non cederanno facilmente a tutti i desideri britannici.

Non è vero che Londra abbia carte migliori in mano rispetto a Berna, ribatte la consigliera nazionale UDC Magdalena Martullo-Blocher: “La Gran Bretagna non è poi tanto più grande di noi. Hanno una piazza finanziaria forte, buone università, e importano più di quanto esportino nell'Unione Europea. Condizioni analoghe alla Svizzera".

Olio o ruggine?

Di certo continua ad intrecciarsi il destino svizzero e britannico nelle relazioni europee. L’anno scorso in attesa del voto sulla Brexit le trattative elvetiche con l'UE erano entrate in una fase di stallo. Dopo il sì popolare sono state definitivamente compromesse.

Solo il tempo ci dirà se ora i negoziati britannici saranno olio, ruggine - o magari ininfluenti - , per gli ingranaggi tra Berna e Bruxelles.

Alan Crameri

02:00

RG 12.30 del 19.1.2017 Il servizio di Alan Crameri

RSI Info 19.01.2017, 13:14

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